Il Bambino Vuoto

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    Il Guardiano della Luce.


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    - Voi non capite - disse Vance, chinando il capo. - La nostra morte non ha importanza in ogni caso. E' il lavoro che conta. Lady Hare non stava mentendo - sospirò, con una smorfia. - Non del tutto, almeno. Il nostro mondo è davvero in una situazione disastrosa, ci servono risposte, soluzioni. Quando siamo partiti ero convinto di non avere problemi di fronte a nulla pur di fare ciò che credevo necessario, ma ora... - il suo sguardo vagò ad Helena e a Mor, che finalmente si stava risvegliando. - Ora non so più in cosa credere. Se penso cosa stavamo diventando... no, cosa siamo diventati... -
    Si rimise in piedi, con un'espressione amareggiata, sconfitta, orgoglio ferito su un volto un tempo fiero. E la ferita non proveniva dal fatto che un gruppo di sconosciuti avventurieri fosse piombato dal nulla mettendo tutto a soqquadro, almeno non del tutto; per la maggior parte, tale sentimento sembrava più venire dal discorso che aveva fatto. Tese le mani, chinando il capo.
    - Ci rimettiamo al vostro giudizio - disse con rassegnazione.
    - Vance.. - disse Lothar, deluso.
    - In piedi, Lothar - ordinò Vance. - E ci servirà assistenza medica per Liandra. Fra noi tre lei è quella indubbiamente più utile - un'altra occhiataccia da parte del compare, che alla fine accettò a malincuore di alzarsi e, a proprio volta, mettersi pronto ad essere portato dal gruppo dovunque fosse richiesto; quanto a Liandra, seppur ferita durante il combattimento con Irina, le pallottole non l'avevano colpita in punti vitali e, a parte una certa perdita di sangue, sembrava più svenuta per lo shock che per l'entità dei colpi.
    - Lo spero proprio... -
    Una voce melliflua, suadente, ma che lasciava la stessa sensazione di artigli che strisciavano sul vetro, si fece avanti alle loro spalle. Non era Lady Hare, non era nessuno di quel posto in effetti, tanto che i due guardiani non parevano avere una minima idea di chi lei fosse. Era una donna dall'aspetto quasi etero, avvolta in una morbida tunica bianca simile ad una lunga pelliccia, che strisciava sul pavimento. I suoi capelli, bianchi e candidi, le ricoprivano tutta la schiena, e sormontavano una pelle diafana, un viso tondo con grandi occhi dorati dal taglio aguzzo, indagatore.

    - Avete svolto un così lodevole lavoro - disse la donna, guardandoli tutti con disinteresse. - L'Alveare verrà requisito da Radiant Garden adesso, che si occuperà di studiarlo con la Regina Biancaneve e chiunque di dovere - il suo sguardo vagò per la stanza, soffermandosi per qualche istante su Helena e Mor; era ben visibile sul suo viso un certo disappunto. Un ragazzo dai capelli neri, alto, con la pelle ugualmente chiara, entrò nella stanza a propria volta. La sua presenza parve deliziare parecchio la donna.
    - Ce l'ho - disse senza guardarla in viso. - Possiamo andare? -
    - Ma certo! - esclamò lei, quasi in cinguettio. - Sono felice di sapere che mi ascolti ancora - aggiunse, con un sorriso malevolo. Gli passò una mano sulla guancia, un tocco sfuggente, e per quell'attimo il ragazzo si irrigidì come se temesse che volesse spezzargli il collo; l'attimo dopo, la donna ritirò la mano disgustata. - Andiamo, Diciannove. Lasciamo questi mercenari alle loro ricompense -
    - S...sì - biascicò Diciannove, rivolgendo ai presenti uno sguardo colpevole. - Cas... Cura mi ha pregato di dirvi che avete fatto un ottimo lavoro - disse, indugiando qualche secondo per complimentarsi col gruppo. - So che avete avuto delle difficoltà, ma spero che vi consoli sapere che dei bambini sono stati salvati quest'oggi grazie a voi - provò a sorridere, timidamente, ma non poté fare molto, poiché quell'espressione non si estese oltre gli zigomi. - Verranno portati a Radiant Garden... l'Esercito di Sora si prenderà cura di loro - in quel momento, quattro soldati con la divisa di Radiant Garden entrarono a loro volta nella stanza, circondando i tre seguaci di Lady Hare e ammanettandoli; uno armeggiò con una trasmittente, chiedendo l'intervento di un Guaritore per Liandra. Diciannove guardò la scena in silenzio per qualche istante, quindi si rivolse di nuovo al gruppo. - Grazie ancora per il vostro aiuto. Non avete idea di quanto sia stato importante quello che avete fatto oggi - chinò leggermente il capo con rispetto, quindi si voltò a propria volta, allontanandosi per il corridoio e lasciando i soldati dell'Esercito di Sora a fare il proprio lavoro con i prigionieri che avevano catturato.

    Erano liberi ora; una volta usciti dalla stanza avrebbero potuto vedere la struttura gremita di gente, Guaritori e soldati tutti con la divisa di Radiant Garden o la livrea reale, che si occupavano dei bambini o di portare via le guardie del posto, ora ammanettate. La struttura sarebbe stata probabilmente smantellata in tempi brevi, poiché di certo nessuno avrebbe voluto più utilizzarla per nessun motivo.
    Quanto a loro, erano usciti tutti indenni; tranne Bertrand, che ancora per qualche giorno avrebbe sentito nausee e vertigine. Il siero era diverso da quello a cui Sol era stato sottoposto, era una nuova miscela sperimentale che doveva funzionare più su giovani adulti e persone comunque di una certa età, quindi ben più forte; Lady Hare però aveva sopravvalutato il suo impatto, convinta che esso avrebbe portato il ragazzo definitivamente dalla parte dell'Alveare... ma Bertrand era riuscito a riprendere il controllo delle proprie azioni. Sarebbe tornato come nuovo in poco tempo.
    Uscendo, il gruppo avrebbe rivisto Mars, Lou e gli altri ragazzi loro coetanei, tesi per l'imminente partenza, preoccupati di passare dalla padella alla brace magari, mentre i Guaritori li rassicuravano come potevano; Nunu beveva una cioccolata calda, ma non appena vide Bertrand e Lyn uscire, la mise distrattamente sul tavolinetto metallico dei Guaritori per poi correre addosso ai due, abbracciandoli (e sporcando di cioccolata gli abiti dei due).
    - Grazie - pigolò Nunu con un largo sorriso.
    Un corriere reale li aspettava con la loro meritata ricompensa - la tragedia dei "bambini vuoti" era conclusa.

    La Quest è conclusa!
    Come sempre siete liberissimi di ruolare un po' dopo questo post. Prima di considerare la Quest chiusa, ricordatevi di fare un post finale.

    Ricompense:

    Bertrand Ritterblau: 3950 MD, Magia Reflera, Slot Tecnica Personale
    Irina Wintersbreath: 3700 MD, Magia Magnetera, Slot Tecnica Personale
    Lyn Predvalian: 3900 MD, Magia Fira, Slot Tecnica Personale
    Sheil'heit: 3900 MD, Magia Aeroga, Slot Tecnica Personale
    Sol Hiroshida: 3700 MD, Magia Fira, Slot Tecnica Personale
     
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    Le parole dell'uomo sembravano finali, con un sottinteso terribile. Non sapeva da dove venivano, cosa avevano fatto -anche se ne aveva un sospetto-, ma cercando di capirli, loro e le loro azioni, non riusciva a simpatizzarci. Il suo mondo, in guerra da centinaia di anni, non era mai caduto così in basso da fare esperimenti su bambini e giovani. Cosa aveva potuto spingere Lady Hare e questi uomini a azioni così spregevoli?

    Intanto si era avvicinata, con Roth'raku sempre accanto, pronto a mordere il primo che avesse provato a fare qualcosa di troppo sospetto, e stava cercando di scortare i due uomini fuori quando le apparve la figura eterea pochi metri più avanti.

    Roth'raku si mise subito a ringhiare, guardando torvo il fantasma, mentre Sheil semplicemente si limitò a mettersi in posizione nel caso fosse necessario fuggire o lottare ulteriormente. Fu solo quando il ragazzo chiamato Diciannove menzionò Cura che si rilassò un poco. Erano alleati?

    E poi arrivarono soldati che fecero quello che stava per fare lei, dunque fece un paio di passi indietro per fargli fare il loro lavoro, ma non senza uno sguardo corrucciato sul volto. Prese uno dei soldati per una spalla, facendolo girare, e gli disse:

    -Questi due si sono arresi. Mi aspetto che vengano trattati con la dignità che devono avere tutti i prigionieri di guerra.-

    Non sapeva nemmeno lei cosa l'aveva spinta a dire ciò. Forse il suo onore, visto che aveva quasi promesso alle due guardie che la loro sentenza sarebbe stata mite se avessero collaborato, oppure forse l'entrata dei soldati dopo la visita del fantasma che l'aveva messa in guardia... Chi lo sa. In ogni caso rilasciò la guardia dopo pochi secondi, lasciandola libera di andare e fare quello che doveva. Al massimo aveva solo detto una cosa scontata, ma ora si sentiva un po', marginalmente, meglio.

    Quando lei e Roth'raku uscirono dalla struttura, il drago ebbe la buona creanza di rientrare nel corpo di Sheil, anche se con uno sbuffo tutt'altro che divertito. La ragazza gli fece una carezzina mentale.

    "Arriverà un giorno in cui non dovrai nasconderti, lo giuro. Troverò un modo per liberarti."

    Il drago non rispose, ma dal loro legame Sheil percepì la fievole gratitudine che esalava.

    Fuori c'era il caos. Essendo pieno di gente, la giovane guerriera seguì il gruppo, chiudendo la fila. Ancora non sapeva cosa era successo agli altri quando sierano separati. Bertrand aveva bevuto un qualche tipo di pozione dell'Alveare, ma non sapeva altro. Da una parte era curiosa, dall'altra questa intera storia con i bambini, esperimenti e mondi distrutti era fin troppo stancante per riuscire a fare chiacchiere.

    Decidendo che Bertrand si sarebbe ripreso, Sheil approfittò della confusione per dileguarsi dal gruppo, trovando il corriere con le ricompense, prendendole come il peggiore dei mercenari, e andando verso... Non lo sapeva nemmeno lei dove prendere una Gummy. Sicuramente se la sarebbe cavata, dai.
     
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    Lyn notò molto velocemente che il gruppo, in particolare l'uomo chiamato Vance, sembrò arrendersi, quasi ignorando il giudizio del gruppo. Nonostante l'aspetto sconfitto ed, apparentemente, sincero dei suoi nemici, Lyn ancora non riusciva a credere che il mondo da cui proveniva quella gente, e Lady Hare, era messo veramente in grave pericolo.
    Poco tempo dopo, una voce sconosciuta iniziò a parlare. Girandosi, Lyn notò una donna pallida. La sola presenza causò dei brividi lungo la schiena di Lyn. Fortunatamente, si introdusse come un'alleata(o almeno, una mediatrice?)che spiegò cosa sarebbe successo dopo, mentre un ragazzo dai capelli neri si avvicinava, anche lui, al gruppo: A quanto pare i due si conoscevano, ma Lyn non ci fece troppo caso.

    "Spero che li tratteranno come si deve..."

    Rispose Lyn verso l'affermazione di Diciannove, quella che i bambini verranno portati a Radiant Garden sotto, praticamente, la protezione e la cura dell'Esercito di Sora. Dopo aver sentito varie cose sull'Esercito, sia ottime cose che non, era veramente dubbiosa su come si comportava. Lyn avrebbe visto per sé com'era, ma era troppo occupata(o meglio, annoiata)per controllare.
    Uscendo fuori, la cacciatrice notò come, fuori dall'Alveare, c'era...Molta, molta gente. Tra questa gente, Lyn notò rapidamente i ragazzi che aveva incontrato insieme a Bertrand. In particolare, notò Nunu, e come si avvicinò rapidamente ad entrambi...Sporcando anche i suoi vestiti.

    "Ohmaandiamooooo-ERANO ANCHE RELATIVAMENTE NUOVIII-"

    Pensò l'avventuriera, nascondendo la sua tristezza con un'espressione molto felice sul volto.

    "Non c'è di che, piccoletto! Ora però devo andare, ho un fratello a cui badare. E non ti preoccupare, di queste persone ti ci puoi fidare."

    Rispose Lyn, riferendosi ai Guaritori dell'Esercito di Sora, per poi allontanarsi leggermente da sia Bertrand che Nunu.

    "Comunque, ehm...Ci vediamo, voi altri. Alla prossima, nel caso ci, beh, rivedremo!"

    Aggiunse poi l'avventuriera, riferendosi al resto del gruppo rimanente.
    Successivamente, dopo aver preso la sua ricompensa, si sarebbe diretta verso la sua nave, pronta per l'ennesima avventura.
     
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    Era ancora confuso, estremamente confuso, e chissà per quanto ancora... Avrebbe voluto dire tante cose, rassicurare quegli uomini, cercare di capire cosa li avesse spinti a tanto... Certo, sapeva che l'esercito di Sora se ne sarebbe occupato, che probabilmente si sarebbero occupati loro di curare le loro ferite e di interrogarli, ma la cosa non lo consolava del tutto. Si era unito a quella missione per aiutare delle persone in pericolo, per servire il suo regno e la sua regina, non di certo un esercito che, nonostante fosse conosciuto ogni giorno di più, per lui non valeva poi molto.
    Non riuscì ad aggiungere altro, poggiato contro la prima superficie che avesse trovato indietreggiando, il capo rivolto verso l'alto, stremato. Ascoltò ogni cosa, osservò i volti di tutti i presenti, soprattutto la donna, il suo tono era così gentile da rasentare l'assurdo in quel luogo, li stava trattando come bambini che avevano appena portato a termine un lavoretto? Inspirò profondamente, mentre dentro di sé le dedicava pensieri non proprio carini, e solo l'intervento del suo accompagnatore sembrò calmarlo. Era tutto assurdo, troppo assurdo, ma iniziava a non stupirsi più, non dopo quello che era successo lì dentro e che aveva subito in prima persona sulla sua pelle.
    Aguzzò gli occhi, osservandoli uscire, e quando vide arrivare i rinforzi sospirò. Era davvero finita. Si staccò dal muro, barcollando pericolosamente per qualche istante, giusto il tempo di prendere l'equilibrio. Uscì dall'edificio lentamente, un passo dopo l'altro, intimorito di poter perdere l'equilibrio e trovarsi a terra.
    Solo quando si ritrovò all'aperto iniziò a stare leggermente meglio. Nonostante la fitta foresta che li circondava non permettesse al sole di riscaldarli, l'aria fresca era al momento il miglior toccasana che potesse chiedere. Respirò a pieni polmoni, guardandosi attorno, rincuorato da tutti quei bambini che fortunatamente erano riusciti a salvarsi. "Hey!" Sorrise, facendo forza sulle gambe per non sbilanciarsi. Passò una mano sui capelli del bambino, abbassandosi verso di lui, poggiandosi sulla spada. "Te l'avevo detto che sarebbe andato tutto bene, no?" Si voltò ad osservare Lyn, a cui sorrise, facendole cenno con la mano. "Allora arrivederci Lyn!" Evitò di dire altro, perché i sensi di colpa faticavano a passare: l'aveva attaccata, non era stata sua intenzione, ma dopotutto aveva attaccato un compagno di squadra, un disonore non indifferente.
    Tornò a concentrarsi sul bambino, concedendogli un sorriso più ampio. "Ha ragione lei, adesso devi dare ascolto ai guaritori e vedrai che andrà tutto bene, ok?" Gli porse il mignolo, guardandolo con aria complice. "Me lo prometti?"
    Si sarebbe quindi alzato, lasciandolo libero di tornare alla sua cioccolata. "E io ti prometto che verrò a trovarti." Non sapeva come, né come, la sola idea di uscire dal suo mondo lo terrorizzava... Ma si era davvero affezionato a lui.
    Notò solo in quel momento le macchie di cioccolata sulla casacca... E scuotendo la testa si trovò a pensare quando sarebbe riuscita a lavarla, era l'unica che aveva, non poteva di certo lasciarla ad asciugarsi per ore... Forse era arrivato il momento di comprare dei nuovi abiti, sperava solo di avere abbastanza soldi.
    Avvicinandosi quindi agli altri compagni di squadra avrebbe abbassato leggermente lo sguardo, incapace di dire qualcosa in particolare. Per assurda aveva avuto pochissime occasioni di stare con loro, la sorte li aveva divisi, e chissà quante peripezie avevano affrontato a loro volta... Si limitò a dire un sentito "Grazie, è stato un onore combattere al vostro fianco." Abbozzando un inchino storpio, a causa del giramento di testa che lo colse.
     
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    Il Buoi oltre la Siepe

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    Aspettava in ginocchio, con la testa premuta contro il freddo pavimento sotto di lei, che gli altri parlassero. Aveva raccontato per filo e per segno tutto ciò che era successo all'Alveare fino al momento in cui era scappata via - o, nella sua opinione, aveva effettuato una ritirata strategica, prima che tutto venisse distrutto, avevano fatto passi da gigante. Non solo avevano dimostrato che il Siero funzionava alla perfezione, non solo avevano fornito una quarantina di Rossi alla Setta, ma avevano addirittura cominciato a sviluppare un Siero che funzionava sugli adulti! Sicuramente, ne avrebbero preso atto. Sarebbero stati degli idioti, a non farlo.
    No, non idioti. Ciechi, forse. Non poteva considerarLa un'idiota, non Lei.
    La Donna davanti a loro, l'unica seduta nel semicerchio di persone in piedi, scosse la testa. Si portò una mano scura e affusolata davanti alla bocca, per contenere un sorriso. "Oh, Hare." Mormorò, ma la Sua voce risuonò in tutta la sala. "Quanta fortuna possiedi, che il nostro Re non sia qui in questo momento... la delusione sarebbe stata immensa."
    Lady Hare poteva quasi sentire i sorrisi dei suoi compagni. "Mia Signora..." Cercò di difendersi. "Non è stata colpa mia!"
    "Non lo è stata?" La Donna inarcò un sopracciglio, apparentemente sorpresa.
    "A condurli all'Alveare è stato... è stato il Quattordicesimo, mia signora!" Esclamò lei, alzando lo sguardo. "Non è venuto da noi ma li ha aspettati, e poi ha mandato quel... cadavere a ritirare i soggetti. Se la scorsa Wyvern non si fosse fatta scappare il soggetto dalle mani...!"
    Si bloccò. La Donna aveva alzato una mano davanti a sé, e lei si zittì.
    "Per quanto possa sembrare assurdo, la presenza del Quattordicesimo vicino all'Alveare è stata una pura casualità. Non avessero sentito parlare di Quinto dal tuo traditore, non ci sarebbe stato alcun collegamento fra il disastro dell'Alveare ed il crollo della Torre. Inoltre..." La guardò, dritta negli occhi, e Hare dovette di nuovo abbassare gli occhi: non riusciva a sostenere la forza di quello sguardo. "...Lady Wyvern riuscì a catturare il Quattordicesimo, e solo l'intervento di una Via stessa l'ha incapacitata. Le situazioni mi sembrano altamente differenti."
    Rimase in silenzio, sentendo le guance arrossarsi. "Mia Signora, io..."
    "Non è forse vero, Lady Hare, che nonostante le protezioni messe a schermarvi dagli occhi di chiunque dovesse addentrarsi nella foresta, un soldato di quel mondo retrogrado in cui vi eravate stabilita è riuscito a trovare l'Alveare?"
    Deglutì. "Mia Signora, uno dei nostri soggetti ci ha sabotato. Ce ne siamo occupati subito, ma..."
    "E non è forse vero, Lady Hare..." Continuò Lei, ignorandola. "...che suddette protezioni non sono state riparate in tempo, lasciando quindi che il Quattordicesimo e il suo gruppo vi trovassero?"
    "Mia Signora, io-"
    "E non è forse vero, Lady Hare..." La voce si era fatta più dura, più inflessibile, e Lady Hare capì che doveva frenare la lingua. "...che una volta che i nostri nemici si sono presentati alla vostra porte voi li avete accolti, invece di eliminarli subito?"
    Ma sarebbero stati dei soggetti così interessanti!. "E' vero, mia Signora..."
    "E non è forse vero, Lady Hare, che li avete lasciati liberi di girare per l'Alveare, senza una guida, senza qualcuno che li tenesse d'occhio?"
    "E'... vero, mia Signora..."
    "E non è forse vero, Lady Hare, che vi erano sfuggiti non uno, non due, non tre, ma persino più Immuni che hanno quindi aiutato i nostri nemici?"
    Dalla sua destra, Lady Hare poté sentire l'inconfondibile risatina di Lord Mousy a quelle parole. Alzò lo sguardo verso di lui, avvampando di rabbia e vergogna. Come si permetteva di ridere di lei! Lui, poi, che era solo cosa? A malapena un Rosso glorificato! Nient'altro che spazzatura.
    Eppure, la Sua Signora non sembrò volerlo sgridare, né redarguirla per la mancanza di rispetto, così Lady Hare si affrettò a riabbassare lo sguardo, la fronte premuta contro il pavimento.
    "E' vero, mia Signora..."
    "E non è forse vero, Lady Hare, che quando siete fuggita dalla struttura, l'avete lasciata intatta invece di andare avanti con la procedura?"
    "Ma tutte le nostre ricerche!" Sbottò lei, alzando lo sguardo. Intorno, gli altri dodici sussultarono di sdegno. "Siamo riusciti a sviluppare un prototipo di Siero per gli adulti... potrebbe cambiare tutto. Se solo potessimo recuperare quei dati da Radiant Garden... Avevamo compreso come riconoscere ancora prima la compatibilità con la Via nei soggetti. Eravamo a un passo così da sfruttare al meglio le nostre Api e trovare un Ospite...!"
    La sua Signora la fissò, piegando la testa di lato con un'espressione indecifrabile. Poi, come un gatto che aveva davanti a sé la propria vittima caduta in trappola, il suo sorriso si ampliò sul volto, predatore.
    "Non c'è più bisogno di questo, Lady Hare." Enunciò. "Perché Quinto ha finalmente trovato un Ospite."
    A quelle parole, Lady Hare spalancò gli occhi, e la sua Signora mosse la mano. Lady Rooster e Lord Deutscher si fecero da parte, mostrando la figura che era rimasta in disparte, nascosta nelle ombre tutto questo tempo, e che la Donna chiamò con un semplice movimento della dita. Lady Hare la osservò, stupita, con il cuore che batteva a mille. La pelle estremamente cinerea, il volto ricoperto di tatuaggi neri innaturali. L'occhio a destra, di un azzurro troppo acceso, artificioso.
    "Come...?" Mormorò, senza fiato.
    "Mia Signora, se posso...?" Intervenne Lord Ox. Lei annuì, e lui sorrise verso Lady Hare.
    "Le mie squadre lo hanno recuperato già in fusione." Spiegò. "Ha combattuto, all'inizio. Abbiamo perso un'intera divisione, ma dove era forte il corpo, non era forte la mente."
    "Vieni." Mormorò la Donna, e Quinto gli si avvicinò, lasciando che Lei gli prendesse il volto fra le mani, lo muovesse come se fosse una bambola per analizzarlo meglio. Estremamente compiaciuta, gli accarezzò una guancia marchiata. "La tragedia di Lady Wyvern ha prodotto dei frutti, ed è questa la differenza. Vi ringrazio comunque per le vostre ricerche, Airén: gli appunti sul Siero che avete portato con voi saranno passati alla prossima Lady Hare per poterli studiare meglio e continuare il vostro lavoro."
    A quelle parole, Lady Hare si permetté di impallidire, di indietreggiare. "Mia Signora, ho fatto tutto ciò che mi avete chiesto!" Esclamò. "Se non di più! Vi ho fornito più di quaranta Rossi...!"
    "Quaranta rossi nell'arco di nove anni sono un po' pochi, però." Si intromise Lord Mousy, sempre con quel sorrisetto impertinente sul volto. "Aspettare anni perché un'intera generazione sia assuefatta al Siero è davvero uno spreco di risorse."
    A quel punto Lady Hare dimenticò la dignità, la diplomazia, il decoro che solitamente la distingueva. Si gettò a terra, di nuovo, questa volta a implorare. "Mia Signora, Lady Ragdoll, vi scongiuro - non ho mai avuto un momento di ripensamento, non ho mai fatto nulla che andasse contro il Vostro volere o quello del Re... io conosco quei risultati, io conosco quegli studi, se solo potessi-"
    "I vostri ricercatori conoscevano quei risultati, Airén." Disse gelida la Donna, ma con ancora il sorriso sulle labbra. "Mio piccolo coniglietto, sempre prudente. Ma la prudenza senza il coraggio porta alla codardia." Lady Ragdoll accarezzò nuovamente il volto di Quinto, affettuosamente. "I vostri servigi sono stati apprezzati, ma non più richiesti."
    Uccidila, Fiore Marcio."
    Prima che Lady Hare potesse dire qualsiasi altra cosa, un rovo acuminato si levò dal terreno: esso scattò verso l'alto, in avanti, andando a trafiggerle il petto e trapassandola da parte a parte. La donna annaspò, vomitò sangue. Per un attimo, il suo sguardo si fermò sul sorriso di Lady Ragdoll. Poi il rovo si ritrasse nel terreno, silenzioso come era arrivato, e lei rotolò sul fianco, senza vita, al centro del semicerchio dei Dodici.
     
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