[Combattimento] Il ritmo è infranto

Quest di Combattimento

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    Il Buoi oltre la Siepe

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    Ancora una volta, Keith aveva commesso un grosso errore. Si era distratto, di nuovo: non aveva giudicato bene la situazione ancora una volta, e aveva permesso al grosso Heartless di fregarlo nuovamente.
    Oh, il suo attacco era servito: era quello che era venuto dopo il problema. La creatura aveva approfittato del fatto di essersi allontanato per superarlo e andare contro la ragazza da cui Keith si era appena discostato.
    Ora, non era il suo bodyguard, non la conosceva neppure. E la ragazza aveva combattuto fino a quel momento dando dimostrazione di non avere problemi a difendersi. Ma l'aveva vista per un attimo stanca, il frutto ovviamente di quel combattimento, e sopratutto era sola: l'altro ragazzo era lontano, ovviamente impegnato ad affrontare anche lui i suoi nemici... e Keith avrebbe cercato di aiutare anche lui, se fosse stato la priorità, ovvero l'obiettivo della creatura evidentemente più agile e pericolosa.
    Invece, Keith si era discostato dalla ragazza che adesso era puntata da quell'Heartless e conoscenza o meno, abilità nel combattimento o meno, se le fosse successo qualcosa Keith si sarebbe decisamente sentito in colpa. Perché? Perché sarebbe stata, in parte, anche causa sua, perché avrebbe potuto evitare tutto quel macello stando solo più attento.
    Non successe nulla, tuttavia, perché finalmente le guardie di quel fottuto palazzo arrivarono. Keith avrebbe voluto urlare loro Ma dove eravate, e si trattenne a malapena solo perché vide i loro sguardi. Li guardavano male? Inarcò un sopracciglio, confuso. Ma vaffanculo a loro e al loro Imperatore di merda, che avevano pure salvato! Cosa erano quelle occhiatacce? Keith non aveva problemi a combattere anche loro, nel caso. Solo che sarebbe stato stupido, e non necessario.
    Non guardò l'Imperatore. In fondo ci si era già rivolta la ragazza, ma lanciò uno sguardo all'altro ragazzo per controllare come stesse.
     
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    Il Guardiano della Luce.


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    "CHE FATE LI' IMPALATI?!" ululò l'Imperatore, indicando i tre combattenti. Kuzco sembrava aver glissato sul fatto che i tre avessero fatto di tutto per difenderlo, anzi, la loro presenza sembrava recare ancora più fastidio di quelle luride bestie invadenti. "ARRESTATE QUESTI CRIMINALI!"

    Si fece avanti una donna vestita di nero, talmente scheletrica da potersi confondere con le lance dei soldati, grandi occhi aguzzi e il viso da topo; una lunga piuma nera le partiva dal fermacapelli, e due lunghi orecchini affilati le adornavano le orecchie. Sembrava molto anziana, ma tutt'altro che disattenta o affaticata dall'età; fissava l'Imperatore come un ragno che assisteva al contorcersi della preda.
    "E con quali accuse, altezza?" chiese la donna, nel tono più annoiato che esistesse, un po' come se stesse ascoltando le lagne di un bambino capriccioso e prepotente.
    "Ma che domande, Yzma!" l'Imperatore uscì dal suo nascondiglio non appena altri soldati si riversarono nella sala, e ben presto i tre furono circondati da un muro di lance, archi e frecce. "Entrano nel mio palazzo, si portano quelle bestiacce dietro e..." si guardò intorno. Alcuni arazzi, tappeti e pezzi della stanza riportavano i segni della battaglia; il suo prezioso servizio da tè d'oro massiccio era ormai inutilizzabile. "Hanno distrutto la sala del trono! Vanno subito incarcerati, frustati e possibilmente..."
    "Altezza, siete sicuramente turbato..." Yzma sembrava prendere tempo. "Ma Kronk mi ha assicurato che questi coraggiosi guerrieri vi stavano difendendo dalla minaccia, non è sufficiente a perdonarli?"

    Kuzco non ci pensò un'istante.

    "NOOOO!" e di nuovo, indicò i tre. "Io sono l'Imperatore, Yzma! E ti ordino di arrestarli tutti!"
    Alla faccia della gratitudine! Era il caso che i tre si dessero da fare per impedire che le follie dell'Imperatore peggiorassero la situazione...
    Ma prima che uno dei tre potesse dire altro, Yzma fece una strizzatina d'occhio a Keith, facendo cenno di seguirla con un indice ossuto.
    "Seguite i miei uomini senza fare storie" disse senza il minimo entusiasmo.

    Volenti o nolenti, anche con qualche spintone, sarebbero stati trascinati fuori dalla sala del trono, solo per trovare Yzma, stavolta con molte meno guardie intorno, in una grande anticamera che dava al portone principale del palazzo. Con lei c'era un omone gigantesco, alto almeno due metri e con una faccia ebete, che li fissava sorridendo come in attesa di qualche premio. Yzma lo degnò appena di uno sguardo.
    "Scusate la messinscena" Yzma si massaggiò la fronte. "Voi siete stranieri, giusto? L'Imperatore non farà caso alla vostra presenza o assenza, quindi non è il caso di occupare inutilmente le nostre prigioni con chi, per giunta, non ha fatto niente di male." incrociò le braccia. "Dunque, eccovi qua una ricompensa. Kronk?"
    "La ricompensa, sì." disse Kronk, senza muoversi.
    "Kronk?"
    "Sì, Yzma?" rispose l'omone, sorridente.
    "Il sacco. Ai viaggiatori. Ora." ordinò Yzma, con una smorfia che avrebbe fatto cagliare il latte appena munto.
    "AH! Ecco perché cos'era! Il tesoriere non sembrava convinto, ma..." un ceffone di Yzma in pieno orecchio lo zittì all'istante.
    "Vogliate accettare questo piccolo dono in segno di scuse..." disse Yzma con un ampio sorriso; eppure, esso non raggiungeva neppure lontanamente i suoi occhi. Non c'era sincerità, solo una gran circostanza - e, fin dall'inizio, Yzma li aveva guardati dall'alto in basso con totale disinteresse. Era ovvio che per lei fossero solo un manipolo di scocciatori. "E con la gratitudine di un Impero. Kronk vi scorterà fuori dal palazzo, dopodiché sarete liberi di andare dove vorrete. Addio, viaggiatori."
    E detto ciò, una volta consegnati i doni, si sarebbe ritirata senza dire una parola, come se si fosse già dimenticata di loro.




    Quest finita! Se volete potete restare a parlare tra voi, oppure aprire un'altra role successiva a questa.

    In segno di riconoscenza, vi è stato fatto dono di 800 Munny Dorati.

    Alla prossima quest!


    Edited by Evan Gallaway - 27/4/2018, 03:54
     
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    Davvero? Stava succedendo davvero? Non le sembrava possibile che quel tizio stesse sbraitando contro di loro, dopo tutto quello che avevano passato per salvare anche il suo cuore. Aver ringraziato le stesse guardie che la stavano portando in prigione era veramente umiliante, non si rendeva conto dell'enorme granchio che stava prendendo?

    "Criminali..."

    Mormorando tra sé e sé guardò Naito e l'altro compagno, trovava inutile provare a far ragionare quello stolto, se davvero era più preoccupato delle sue tazze d'oro che della sua stessa vita... Finire in prigione non era un grosso problema, almeno pensava, dopotutto Naito poteva riportarli indietro nello stesso modo in cui erano arrivati no? E a proposito... Non era forse colpa sua se si trovavano in questa situazione? Magari dopo gli avrebbe fatto promettere di usare con cautela questo suo nuovo potere, per quanto riguardava la situazione attuale... Non era stata costretta ad attraversare il portale, ed in fin dei conti ringraziava il cielo di averlo fatto, se fossero stati solo in due la situazione potrebbe essere stata completamente diversa.
    Le guardie adesso li circondavano, impedendogli qualsiasi movimento, era davvero troppo... Se dovevano finire in prigione tanto valeva dire a quel tizio quattro parole, ma non avrebbero aiutato Izma, così sembrava chiamarsi quella donna vestita come uno struzzo. Sbuffando fece scomparire la scettro, che si dissolse quasi istantaneamente, incrociando le braccia e continuando a guardare negli occhi i suoi aguzzini, non aveva paura di loro, non aveva fatto niente di male!

    Quando poi la donna fece cenno al ragazzo... Beh chi era lei per giudicare? Magari gli interessavano le donne più grandi? Era buffo immaginare che tra quei due ci fosse qualcosa, persino mentre le guardie li trascinavano fuori dalla stanza del trono non poté fare a meno di ridacchiare divertita da quella scena. Lasciatasi alle spalle quello stupido di un imperatore, Sakura osservò con curiosità sia Izma che il suo accompagnatore, non aveva mai visto una persona così alta.
    Alla sua domanda rispose con un cenno del capo, senza dire nulla, non era il caso di dilungarsi in frasi di circostanza o spiegazioni, al momento le interessava solo uscire da quel covo di pazzi. La scenetta tra i due fu davvero buffa, Kronk, così si chiamava l'omone sembrava essere leggermente distratto, c'era qualcosa in lui che lo rendeva estremamente adorabile, forse l'unica persona che si salvava lì dentro. Aspettando il suo turno avrebbe preso la sua parte di ricompensa, ringraziando entrambi, dopo di ché si sarebbe messa in disparte, aspettando che anche loro due se ne andassero.

    "Tutto questo è assurdo..."

    Avrebbe detto, osservando la porta dietro di loro. Naito sembrava star bene, almeno se l'erano cavata senza troppi problemi.

    "La prossima volta niente più portali, bisogna capire come funzionano. Non è stata certo la gita che immaginavo ma almeno abbiamo guadagnato qualcosa no? Tanto che siamo qui... Che ne dici di fare un giro? Usciamo da qua."

    Non era davvero il caso di arrabbiarsi con lui, a volte Naito era troppo impulsivo, soprattutto quando si trattava di queste cose, non poteva biasimarlo. Tutti sarebbero stati desiderosi di viaggiare per i mondi, la loro doveva essere stata pura e semplice sfortuna, per la fortuna dell'imperatore...
    Voltandosi verso il ragazzo poi gli rivolse finalmente qualche parola, adesso che non avevano più heartless alle calcagna potevano presentarsi come si doveva.

    "Ti ringrazio per il tuo aiuto, non so se tu fossi qua per qualche motivo o anche tu... Ti ci sia ritrovato dentro, ma ti devo ringraziare. Il mio nome è Sakura, lui è il mio amico Naito."

    E così dicendo gli avrebbe dato la mano, proprio come aveva visto fare nei film europei che tanto le piacevano.
     
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