Profumo d'Oriente

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    Role Libera con Liuuuk e _Yele_

    PG: Lenora


    "Dovresti sforzarti di meno Lenora... cerca di stare più attenta Lenora!
    Bah insulse chiacchiere, questa è la mia vita volente o nolente non l'ho scelta, sono stata chiamata quindi è meglio che mi dia da fare per ottenerne il massimo e spremere quanti più profitti possibili. A fare le bambole dietro qualche riccastro ci pensino pure le damigelle troppo preoccupate di sporcarsi il loro bel visino io ho di meglio da fare, tipo fregare qualche gonzo o raccattare un bel contrattino HA!"


    La giovane corsara era immersa in un suo solito discorso, la litania delle parenti continuava a rimbombare non solo all'interno del suo cranio, ma anche dentro il suo velivolo. Madre e zia pregavano per la sua salvezza, pregavano affinché si appellasse al suo ottimo fiuto, alleato pregiato durante tutta la sua infanzia. Una parte di Lenora credeva fosse solo un pretesto per non perdere la loro unica fonte di sussistenza, dopotutto era lei a portare i soldi in casa, ma non ascoltò mai fino in fondo queste accusa. La giovane sapeva bene di avere una diffidenza cronica, merito del postaccio che imparò a chiamare casa, non badò molto quindi se all'interno dei suoi pensieri più reconditi, nello scompartimento della sua coscienza in cui anche il più maligno e disturbante sentimento germogliava come un seme su terreno fertile, il dubbio si insinuava. Era normale, era un meccanismo di difesa a cui si aggrappava con tutta la sua forza mentale, anche in maniera inconscia.

    Quandanche avesse lasciato correre questi atroci meccanismi il suo orgoglio sarebbe stato comunque più forte, non poteva essere altrimenti. Lenora ormai riteneva di essere diventata un pesce grosso nel mare, qualcuno per la cui bisognasse davvero impegnarsi e non ricorrere al primo intrigo venuto in mente.

    "La vecchia si sarebbe liberata di me mentre ero ancora in culla, non avrebbe senso... e soprattutto modo e mezzi per farlo ora, sei la solita paranoica cara mia."

    Finito il discorso con la sua interlocutrice preferita, sé stessa, Lenora guardò i parametri della sua Vinci. Sebbene fosse la sua creazione migliore essa necessitava di alcune pause per il motore, il viaggio interstellare non era cosa da poco e per una giovane intraprendente come lei, con un futuro proiettato verso il... libero professionismo, era impensabile non presentarsi sempre nella migliore delle condizioni.

    Approcciandosi quindi verso il primo mondo disponibile Lenora decise di atterrare. Si posizionò in una piccola insenatura naturale trovata in un piccolo bosco fuori che accompagnava in tutta la sua lunghezza un borgo cittadino il quale, nonostante le modeste dimensioni, appariva più florido che mai.

    "Qui c'è carne sul fuoco, vediamo ora cosa possiamo fare, se non sbaglio dovrei trovarmi in quel posto che pare il Catai raccontatomi dal Vecchio Bob, eh... vegliardo beone, non ti darò mai la soddisfazione di sapere che le leggendarie contrade bollatemi sempre come frutto dell'immaginazione umana in realtà esistono davvero"

    Nascosto il suo mezzo e tracciati alcuni segni per evitare di perdere l'orientamento Lenora accarezzò il manico della sua spada, mise a posto le pistole e con un fare regale benché le sue umili origini si diresse a passo spedito verso il centro abitato, aveva bisogno di una boccata d'aria fresca ed ogni luogo sembrava profumare rispetto l'aria rancida e salmastra che si poteva odorare nei suoi bassifondi, la libertà di poter essere padroni di sé, un lusso ormai diventato bene primario per la ventenne. Ella non sarebbe mai più tornata nel precario, nell'instabile, nel sapere che qualcuno più grande e potente avrebbe potuto giocare a fare il gatto con lei misero roditore.
     
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    Parla Max
    Parla Monica
    Parla Cedric

    PG: Max e Monica

    "Ahhh così non va per niente bene!" Si lamentava la ragazza dai lunghi capelli rosa, portando la mano destro all'altezza della spalla sinistra, iniziando ad emanare una luce rossa, per poi dirigersi verso il finestrino di quel treno prevaletemente color arancio. "E vai!" ed allungò la mano, lanciando così quella sfera luminosa in direzione di una nave spaziale. Osservava molto attentamente il globo di Fire, con speranza finché ecco che va a colpirla.
    "Speriamo di riuscirli a seminare..." rifletteva fra Cedric, un uomo che aveva già superata la cinquantina d'età a giudicare dalle rughe e dai capelli oramai completamente grigi, mentre pilotava il treno.
    "Max! Max!" lo chiamava ad alta voce "Come sta andando là sopra?". Una voce da ragazzino si sentì provenire da sopra il soffitto del treno:
    "È l'ultima" dalle parole si capiva che il ragazzo stava facendo uno sforzo e venne seguito da un'esplosione.
    "Presto! Rientra!" affermò con aria preoccupata.
    "Questi pirati spaziali: che rabbia! Se solo fossero coraggiosi e si facessero affrontare in un duello a corpo a corpo".
    "Ci penseremo un'altra volta".
    "Sono d'accordo!" affermò il ragazzo, non appena li raggiunse. Nel frattempo Cedric stava digitando un qualcosa sulla tastiera della nave e si formò una specie di sorriso sopra il suo volto.
    "Bene! Ho trovato un pianeta sicuro e si trova a pochi metri da noi" ed accelerò la propria andatura, stando attento a non esser colpito dagli spari della nave spaziale.
    "The Land of Dragons, stiamo arrivando" ed in giro di 2 minuti, il treno dalla testa di Triceratopo aveva raggiunto il pianeta, cominciando così l'atterraggio. Fortunatamente, i pirati non inseguirono il gruppo.
    Atterrarono in un luogo apparentemente dove non c'era nessuno: in realtà qualcuno si trovava già nelle vicinanze. Le porte si aprirono, ed il gruppo iniziò a scendere. Cedric si mise subito ad osservare il mezzo, data la battaglia che avevano avuto e si accese un sigaro, con uno sguardo serio.
    "Mhhh. Io penserò a fare un controllo..." rivolgeva parola ai ragazzi, mentre fissava con gli occhi il mezzo spaziale "Voi fate pure un giro".
    Max indossava una maglia color paglia, una salopette blu jeans, un paio di scarpe da cammino dello stesso colore della maglia ed una coppola sempre color paglia. Inoltre alla cintura teneva tutti i suoi attrezzi e la sua pistola. Mentre la ragazza indossava un nastro color viola sopra alla sua testa, un camicia senza maniche ed un paio di pantaloni entrambi di colore viola. Per finire indossa un paio di stivali sempre dello stesso colore. Sopra le sue spalle, si può notare la grande spada. I suoi effetti personali, sono contenute in due sacche da cintura.
     
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    Lenora stava camminando senza troppe preoccupazioni per la testa, alla fine la landa in questione non appariva troppo diversa da casa sua; ne aveva visti di strani posti e tutto sommato a livello di tessuto socio culturale insieme al livello tecnologico, questo mondo appariva non troppo distante ai canoni a cui ella era abituata. Sebbene non avesse modo di conoscere ogni minuzioso dettaglio dell'organico amministrativo che reggeva in piedi questa terra era fiduciosa di ottenere preziose informazioni in un modo o nell'altro, cascasse il cielo che grazie alla sua femminilità non fosse riuscita a guadagnare qualcosina senza il minimo sforzo, da che mondo è mondo alla fine basta appellarsi alla liberalità di qualche novello ed improvvisato cicisbeo.

    Ad un certo punto, tuttavia, qualcosa attirò la sua attenzione, poté sentire rumori che difficilmente appartenevano ai maestosi suoni della natura, era molto più... meccanico, artificiale.

    Oh sì, non mi sono sbagliata, carne sul fuoco da ogni direzione, andiamo a dare un'occhiata e vediamo cosa ci propone oggi il destino.

    A passi lenti e con fare felpato Lenora cercò di usare gli alberi come copertura, di sicuro era atterrato qualcosa la cui natura era ancora tutta da scoprire e determinare. Insicura sul fatto che avrebbe potuto incontrare delle ostilità Lenora raccolse i capelli ed abbassò le lenti dal suo casco di volo, in un primo momento avrebbe voluto nascondere le sue fattezze, non si poteva mai essere troppo cauti con gli sconosciuti, specialmente se suddetti sconosciuti erano in grado di viaggiare per i mondi. Lenora ormai dava per assodato che chiunque possedesse una tecnologia tale non poteva che essere uno straniero, anche se, la certezza non sorrideva mai alla giovane pirata.

    Man mano che si avvicinava ella poté discernere meglio il mezzo incriminato. Nonostante la vicinanza non riuscì a distinguere qualche tratto familiare del velivolo, qualunque cosa fosse di sicuro era estraneo alle sue conoscenze, ciò stuzzicava molto la sua curiosità, voleva sapere di più, come mai era in grado di viaggiare per i mondi? Come mai i conducenti sapevano dell'esistenza di altre realtà? Osservò bene prima di agire, non voleva commettere passi falsi.

    Apparentemente erano tre figure, due bambini poco più che infanti e un signore avanti con gli anni, probabilmente una figura paterna, ma non diede troppo peso alla situazione. Lenora si limitò ad osservare attentamente i movimenti e le relazione del trio, aveva ancora così poche informazioni, uscire allo scoperto non era consigliato, anzi se fosse stata vista sarebbe scappata a passo rapido, non poteva permettersi di ingaggiare un combattimento in una così soverchiante inferiorità numerica.

    La giovane donna rimase ferma sulla sua idea: scrutare dal lontano, acquisire informazioni ed eventualmente, una volta assicuratasi di non incappare in alcun pericolo, presentarsi, magari avrebbe avuto qualche informazione sul luogo in cui al momento si trovava.
     
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    I due ragazzi si diressero verso il sentiero, lasciandosi alle spalle il treno spaziale ed il loro fedele autista/amico Cedric, il quale stava tirando fuori dal suo porta attrezzi, ciò che gli poteva servire per sistemare i piccoli guasti che si potevano esser formati.
    "Che viaggio pieno di sorprese stiamo vivendo, non trovi?" domandava il ragazzo con gli occhi da bambino spostando lo sguardo verso Monica, per poi tornare a guardare dritto verso l'orizzonte. "Forse per te, non sarà nulla di eccezionale, ma per uno come me che non ha mai visitato altri mondi...tutto questo è una sorpresa. Già non immaginavo neanche che esistessero, figurati camminarci sopra!".
    La ragazza sorrise, portando la mano davanti alla bocca e con gli occhi leggermente socchiusi aggiunse: "Sono contenta che ti renda felice" affermò mentre il suo sguardo era rivolto verso il cielo. "Ti devo confessare, che anche per me questa è la prima volta che viaggio veramente. E se non fosse per la motivazione, probabilmente mi divertirei pure. Ma per me non è un viaggio di piacere e prima o poi avrò la mia vendetta".

    I ragazzi non si accorsero minimamente della presenza della sconosciuta che si trovava non troppo distante dalla loro postazione.
     
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    Lenora ascoltò con fare avido le parole dei giovani, a quanto pare i suoi sospetti non solo vennero confermati dall'abbondanza di prove ed affermazione sul loro conto, bensì acquisirono anche un sentore di profitto. La giovane aveva inteso che questi due fanciulli avevano uno scopo ed un obiettivo in mente, una mano in più magari avrebbe fatto comodo, anche se più giovani non badava certo al sottile, ogni persona desiderosa di contare su un paio di mani in più, magari anche da sporcare in futuro, appariva come potenziale cliente.

    Ogni cosa ha un proprio tempo, in primis sarebbe stato necessario guadagnare un'eventuale fiducia e poi parlare di un papabile contrattino.
    Nascosta tra le frasche Lenora ritornò sui suoi passi, cercò di evitare di produrre alcun rumore troppo evidente, anche a costo di sacrificare del tempo.
    Uscita dalle boscaglia la giovane donna decise di percorrere lo stesso sentiero in direzione del centro abitato.

    Se tanto mi dà tanto sono sicura che i ragazzi mi individueranno prima o poi, non voltarsi mai sarebbe un qualcosa di troppo strano, mi tocca solo capire il ritmo del passo se lento o accelerato, in ogni caso sarà costante, il mio obiettivo è quello di raggiungerli senza dare troppo nell'occhio, non vorrei avessero poi un'impressione sbagliata della mia onestissima persona. Dopotutto sono una libera professionista in ambito bellico, mica una furfante.

    Sussurrò questo fra sé e sé cercando quindi di mantenere un basso profilo mentre il fine ultimo era quello di raggiungere i due ragazzini davanti a lei.
    Nel caso in cui non si sarebbero fermati, vuoi per incoscienza, vuoi perché una viandante in più o in meno in lontananza non era degna di curiosità o semplice attesa Lenora li avrebbe raggiunti nel centro abitato.
    Una banale scusa sarebbe bastata, niente di troppo creativo, finora in questo goliardico gioco mentale Lenora aveva la meglio sui movimenti dei due giovani.
     
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    I due ragazzi sorridevano felici e spensierati mentre avanzavano verso il centro abitati ancora lontani dall'arrivo, ma sicuramente, molto più vicino rispetto a prima. Monica, esperta in battaglia, dato il suo passato nel suo regno, percepì che un qualcuno li stava seguendo, con fare sospetto. Si guardò attorno.
    "Mhhh sarà un animale?" si domandava tra sé: dopo tutto poteva esserlo. Tentò di scrutare qualche ombra nella foresta, ma non gli parve di vedere niente. Ma il dubbio gli rimase: qualcuno gli stava tendendo un'imboscata? Forse erano i pirati spaziali che avevano comunque deciso di scendere su quel pianeta? Non aveva di certo risposta a queste incognite. Ma qualcosa doveva fare. Di certo non poteva contare su Max per una qualche strategia di guerra: un semplice ragazzino di paese, avrebbe complicato soltanto la situazione.
    Decise di agire, male che vada avrebbe fatto brutta figura davanti a degli uccellini, dato che non c'era anima viva nelle vicinanze. Strofinò dunque l'elsa della sua grande spada tenuta legata alla schiena, per metter paura. Se avesse avuto veramente intenzione di attaccare, avrebbe preparato un qualche tipo di magia.
    Dopo pochi secondi si girò improvvisamente, verso la direzione dove secondo lei proveniva il suono.
    "È da maleducati nascondersi" la voce era abbastanza alta, così da esser sicura che se davvero si trovava qualcuno, quel qualcuno lo avrebbe sentito. Nel suo volto era presente un mezzo sorrisino, ma gli occhi che nascondevano rabbia. Il movimento fu così rapido, che anche i capelli ci misero qualche secondo prima che tornar in posizione, con la punta della coda indirizzata verso il terreno. Max si girò dopo poco, con un espressione confusa.
    "Ehmmm..." ed a voce molto bassa si rivolse alla compagna di viaggio "Che cosa sta succedendo?".
     
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5 replies since 31/8/2020, 20:19   141 views
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