Escaping from fate

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    Il Castello Bianco che Non (Dovrebbe) Esiste(re)

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    Janus Zadok

    La cosa più triste che possa accadere è la morte del cuore.
    Chi sa cosa voglia dire perdere tutto, ignora volentieri questo dire antico, trasmesso nelle vie del Regno della Terra. In un luogo dove il conflitto sembrava ormai trascorso e l’epoca della Grande Guerra dei cent'anni era oramai un ricordo lontano, ove rimaneva segnato solo dalle alte mura che confinavano le città stato di quel regno. I suoi abitanti vivevano placidamente in comunicazione con il loro elemento, spesso camminando scalzi per rimanere tutt’uno con esso. Tale usanza era molto diffusa per il regno, tant’è che le strade apparivano spoglie o quanto meno con pietre naturali sistemate egregiamente per permettere il cammino di chi volesse senza subire alcun dolore alla pianta del piede. Per chi fosse venuto al di fuori di tale dominio, probabilmente avrebbe trovato bizzarro il trionfo del verde smeraldo assieme al giallo giada in un luogo simile.

    Per Janus, l’estetica di tale luogo gli era totalmente indifferente. Completamente avvolto nel suo mantello, aveva mantenuto un basso profilo, fissando il terreno durante il suo cammino. La mano, l’unica cosa vagamente umana che poteva possedere un individuo simile, stringeva a sé un tomo ben mantenuto, stretto avidamente al petto. Il suo obiettivo giornaliero era stato quello di vagare nei confini più ignoti del sistema, per ricercare un luogo dove la parola di Fastus non era ancora giunta. Era entrato senza alcun problema all’interno di quel luogo, sorprendentemente senza causare alcun tipo di trambusto. Lo aveva quasi trovato ilare che un luogo inabitato principalmente di umani non avesse battuto ciglio all’arrivo di un alieno come lui fra le strade di quella città.
    Ba Sing Se, la città impenetrabile.
    Che assurdità. Nulla è impenetrabile, tanto meno una città così antica ed indietro coi tempi rispetto alla modernità attuale. Il vero motivo per cui fosse stata nominata così gli era ancora ignoto, ma presto avrebbero potuto tranquillamente cambiato nome. L’ombra della Guerra non era poi così lontana dal resto dei mondi ed alla fine tutto sarebbe passato nella presa di Fastus senza alcun problema. L’epurazione era vicina e lui, come chiunque tenesse realmente all’obiettivo della Organizzazione, doveva essere vessillo di tale scopo, diffondere il nobile intento del suo signore per poter portare la vera pace nell’Universo.
    D’altronde, per chi ha perso tutto, la cosa più triste che possa accadere non è perdere il cuore.
    E’ semplicemente smettere di esserci. Nulla avrebbe avuto più senso se non fosse stato per l’illuminazione data dall’Esercito. Non aveva più nulla da perdere.
    Se non sè stesso.

    Role privata per i Kindred
     
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    Kaito Oceiros
    Chi guidato da curiosità e chi dal mero desiderio di guardarle le spalle (e non solo), l'insolito duo ha aperto un portale per un luogo altrettanto insolito, così tanto diverso da quella che un tempo era la loro casa... senza nemmeno il ricordo che ne sfiora la mente.
    Peccato che, una volta finiti in quella città, tra numero così elevato di civili ed un altrettanto quantitativo di succulenti cuori, nell'Heartless lupino è presto sopraggiunto un altro desiderio, qualcosa di ancestrale che nasce dall'angolo più remoto e profondo della sua essenza: trattasi del puro e semplice istinto di caccia, la spinta di un predatore ad assaltare bersagli che stuzzichino il suo interesse o il suo semplice appetito, il puro desiderio di cibarsi, di ricercare nutrimento o anche solo di giocare con la sua preda prima di divorarne l'essenza.

    O meglio, queste sono le intenzioni dell'Heartless e queste sarebbero le sue mosse... se solo non ci fosse qualcuno pronto a tenerlo a bada, prenderlo per le orecchie, sia metaforicamente che letteralmente, per metterlo in riga.
    E' per questo motivo che, tra gente che va e gente che fugge a causa degli impulsi aggressivi dell'Heartless, i due si ritrovano a percorrere uno degli svariati vicoli non baciati dalla luce, così da potersi muovere liberamente senza attirare attenzioni indesiderate, che sia di civili o di eventuali guardie pronti a dar loro la caccia
    Hmpf... dovevi proprio?
    Il tono dell'Heartless è secco, un po' scocciato per l'intervento della Nessuno, ogni parola viene scandita con una voce marcata ed al tempo stesso calda, ma sempre ferale, a dimostrazione di quanto non sia troppo contento del comportamento dell'altra.
    Sei così noiosa!
    Cammina, intanto, passo dopo passo, mostrandosi nella sua unica forma del momento: appare come un lupo dalla folta pelliccia blu come la notte, dalla mole sostanziosa al punto che, al garrese riesce ad arrivare tranquillamente al costato della Nessuno che lo accompagna. A concludere, una bianca maschera d'agnello gli copre la parte superiore del muso, ma non nasconde quei brillanti occhi dorati tipici di ogni Heartless o creatura dell'oscurità, così come degli Heartless è il simbolo su di questa presente, in corrispondenza della fronte.

    Il muso si solleva verso di lei per osservarla con la coda dell'occhio, giusto il tempo necessario a proferire poche parole
    Sappi che dopo mi vendico, non appena ce ne andiamo.
    Grugnisce di nuovo, tornando a puntare dritto dinanzi a sé, sia con gli occhi che con il muso lupino.
     
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    Aisha Oceiros


    In effetti, cosa potrà mai spingere una creatura come lei in un mondo simile, quando si è privi di ogni singola scintilla tipica e caratteristica di tutti i veri esseri viventi di quell'universo? È la personificazione di qualcosa che non dovrebbe esistere e svanire nel Nulla, lasciandosi andare allo scorrere del tempo e delle ere... eppure, contro ogni logica e aspettativa, un simile essere persiste: inconsciamente, caparbiamente, senza nemmeno rendersene conto. Insiste nel voler vedere alba e tramonto dei mondi che visita, persevera nell'accompagnare ed affiancare l'unica cosa preziosa che possiede in tutto l'universo, Kaito, e... “desidera”, per così dire, curiosare e conoscere ancora nuovi mondi e culture, come se stesse alla perenne ricerca di qualcosa che possa quietare quell'eterno e doloroso vuoto dentro di sé.

    Solo l'Heartless, per sua natura, può parzialmente comprendere ciò che si cela dentro Aisha, però. Ad occhio esterno, ella non è altro che un essere alieno a quel mondo, bianco e così leggero che i suoi zoccoli quasi non fanno rumore sul selciato... ne parrebbe aggressiva o pericolosa, invero: in un certo senso, potrebbe quasi essere scambiata per gli Spiriti venerati dalle loro credenze, anche per il modo quasi etereo e leggiadro con cui circola per quelle stradine. Solo la sua maschera del Lupo tradisce effettivamente le sue origini, con un chiaro e quasi brillante Stemma dei Nessuno disegnato al suo centro; per il resto, l'abbigliamento è semplice e anche rovinato, con un paio di neri pantaloncini per le parti basse e delle fasciature per il petto, nulla più.

    Procede dunque a passo lento, spensierato ed incurante di ogni cosa... che non sia tenere a bada il suo famelico alleato oscuro ovviamente, che tende spesso a bacchettare con uno sfiorar lento ma deciso del suo naso. - Non adesso, mio caro Lupo - Il tono, come sempre, è perfettamente neutro e privo di inflessioni, perennemente congelato nella stessa cadenza femminile che da sempre la contraddistingue - Ci credono spiriti locali. Lasciamoli fare. E stasera, al calar del sole, potrai banchettar a volontà con i loro Cuori - Una frase incredibilmente tetra... eppure anche questa elargita come se nulla fosse, in totale confidenza per la sua metà e senza un briciolo di riguardo per gli abitanti di quel mondo. Non che sia in grado di averne, anche volendo,! - Mmmh... Se vuoi giocare, guidami dalle persone scalze di questa piccola città, allora. Sanno controllare un elemento, la Terra, curiosamente. Oppure... -

    Nel suo parlare, improvvisamente si ferma, osservando innanzi a sé come se si fosse appena persa a mirar un abisso. Il suo flusso di pensieri si è arrestato nel momento in cui ha intravisto forme e fattezze completamente differenti da quelle locali, appartenenti a chissà quale remota creatura di quel Sistema o anche oltre, potenzialmente. Se fosse ancora vivente, si sorprenderebbe nel vederlo gironzolar così liberamente, ma nel suo caso, beh... - ...Magari potresti divorare lui, intanto. È forestiero, non attireresti tutta la milizia locale - ...Non è altro che una nuova potenziale preda per le Anime Gemelle. Eppure, pur in quella apparente concessione, farebbe calar la mancina sul suo muso, come a volergli impedire di zompar sull'altro da un momento all'altro. Che ci abbia ripensato?

    - Ti sei perso, piccolo Agnello? - Questo è il richiamo per Janus, fissandolo intensamente con quel cupo bagliore generato dalla maschera del Lupo. Pare che voglia conoscerlo, quantomeno.
     
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    Il Castello Bianco che Non (Dovrebbe) Esiste(re)

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    La cittadella fortificata appariva arretrata per la mente dell’Illuminato. Di per sé riconosceva precisamente che l’era a cui apparteneva quel mondo era un misto di antichità e tecnologia a vapore, creando un miscuglio di conoscenze errate. Visibilmente irritato da tale incosistenza, allontanò questi pensieri per concentrarsi sul suo reale scopo nella città-stato. Non era di certo lì per scopi di piacere, poichè era un volere superiore ad averlo portato lì. Non era certamente entrato in quella cittadina, nascosto agli occhi dei più. per divertimento, quanto più per ricercare informazioni che potessero essere utili al volere di Fastus. Non aveva ancora incontrato alcun membro dell’esercito, ma era solo questione di tempo. La necessità di diffondere il Suo culto all’interno dell’Universo era più che lampante. Presto chiunque avrebbe dovuto trovare modo di scegliere da che lato stare in questo conflitto. Era inammissibile che vi fossero ancora individui incapaci di scegliere da che lato stare.
    Chi perdeva tutto non aveva alcun altro desiderio se non quella vacua luce che gli permetteva ancora di andare avanti. Che fosse una persona o un banale ideale, chiunque si appoggiava ad esso, come un galleggiante nel più tormentato degli oceani. Janus aveva perso non solo la propria casa, ma il suo scopo stesso di vita. Senza conoscenza, l’universo gli appariva così vuoto ed ininfluente. Cos’era un’esistenza priva di intelligenza e libri se non una lunga sofferenza?
    Più volte aveva pensato di ricostruire daccapo, da solo, interi secoli di conoscenza all’interno del suo libro. Ma tale atto è impossibile, troppo da gestire per una singola mente, per quanto grande. Aveva iniziato a trascrivere qualcosa che aveva già trasmesso nel suo popolo, con poco successo, spesso riempiendo di imprecisioni e grossolane definizioni di termini perduti nel tempo. Frustrato, aveva gettato tutto all’aria, condannando quell’ennesimo tentativo di redenzione.

    Ba Sing Se era un luogo fin troppo pacifico per essere uscita recentemente da una guerra lunga cent’anni. Gli umani camminavano incuranti di chi li circondasse, spesso lasciando scorazzare liberamente i propri cuccioli sulla dura pietra di quelle strade. Al tatto, gli appariva così scomoda per i propri piedi una struttura simile. Spesso si era lasciato andare un verso stizzito, innervosito dalla costante presenza di quell’elemento per tutta la città. Comprendeva appieno che questo fosse l’unico elemento che erano capaci di controllare, ma era realmente necessario cospargere ogni luogo con ciò se erano realmente così pacifici?
    Forse non erano così ignari della situazione nel resto dell’Universo se erano così ben equipaggiati. Si fece avanti ancora per poco, fra le strade di quella cittadina, finché un brivido, quasi impercettibile, fece strada nel suo sistema nervoso.
    Questa sensazione così familiare.” Sussurrò impercettibilmente, nascondendosi maggiormente in quella pezza di abito che chiamava travestimento.
    Quanto tempo era passato da quel leggero brivido che aveva danzato sulla sua pelle, portatore di cattive nuove che avevano rivoluzionato la sua mente. Quel giorno lo ricordava ancora bene, come se non fosse mai passato. La notizia della morte del suo mondo.
    Janus alzò la testa dal suolo, voltandosi verso uno dei vicoli della strada.
    E lì li vide.
    Davanti a sé ergevano fieri due fuochi, due cacciatori ancor privi di preda. Perchè sentiva i suoi vibrare?
    Era forse per il famelico lupo, il cui corpo si disperdeva in leggero fumo, come un tizzone incandescente?
    Era forse per la fredda agnella, i cui occhi erano l’unico simbolo di umanità che possedeva, come due fari nella notte?
    Rimase lì a guardarli, per quanto non si sarebbe potuto capire dalla sfera che possedeva come volto. Mosse indeciso un passo in avanti, finché l’arciera non gli rivolse parola, tenendo a bada il suo compagno.
    Ti sei perso, piccolo Agnello?
    Sono dove dovrei essere, Cacciatrice.” La mano destra iniziò a muoversi nella sua veste, stringendola ancora a sé. “Sono solo un servitore del Destino. Forse il nostro incontro era previsto. L’aura che emanate è…
    Attese un attimo prima di parlare, continuando ad analizzare i suoi interlocutori. Da dentro l’abito, estrasse il suo libro, sfogliandolo. I due avrebbero potuto vedere tranquillamente un tomo bianco, con la copertina ricca di simboli dorati, apparentemente privi di significato. Se avessero prestato un singolo attimo a guardarlo, avrebbero potuto notare come presto le parole avrebbero preso un senso, citando il titolo del libro.
    Requiem della Conoscenza
    Peculiare.” Avrebbe detto, iniziando a sfogliare le pagine con calma. Era nervoso, sentiva l’agitazione iniziare a prendere il sopravvento. Maschere, animali, agnella e lupo. Dove aveva già visto tutto questo? Che simbolismo vi era dietro la loro apparizione? “Non vorrei andare errato, ma non sembrate qui per scopi pacifici. Avete intenzione di porre fine alla vita di qualcuno? Il lupo mi sembra molto desideroso di azzannarmi.
    Cosa lo faceva parlare? Incuranza? Coraggio?
    O era semplicemente sciocco pensare alla morte, quando nulla sembrava aver più alcun senso?
     
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    Kaito Oceiros

    Lo sguardo continua ad alternarsi tra la Nessuno alla sua destra ed il percorso dinanzi a loro, senza che le zampe accelerino il loro calmo incedere... per quanto l'istinto dell'Heartless lo inviti a fare diversamente.
    Si tratta solo di un movimento degli occhi dorati, in quanto il muso al momento resta puntato in quella stessa direzione, così da tenere sotto controllo l'area che li circonda
    "Grrrr... non mi piace aspettare" un altro grugnito a fil di labbra, sebbene questa volta sembra più annoiato che effettivamente contrariato dalla decisione presa, ma ciò non gli impedisce di sollevare per qualche momento il volto e puntarlo verso di lei così da accogliere la carezza ch'ella riserva al suo muso, un contatto che, nonostante sia breve, riesce a fargli socchiudere gli occhi prima di abbassare nuovamente il capo e puntare la massima attenzione al percorso.

    La coda tuttavia guizza rapidamente verso destra proprio alla ricerca della gamba sinistra di Aisha e, se l'avesse trovata, ne avrebbe accarezzato (o forse frustato senza troppa forza) il polpaccio
    "Adesso parli la mia lingua, agnellina"
    ringhia in un misto tra divertimento e soddisfazione, pur mantenendo quel tono rauco e marcato, tipico di una bestia ferale, ma con cui ogni parola viene scandita.
    Quella richiesta arriva poi d'improvviso e lo spinge a guardarla ancora una volta con la coda dell'occhio
    "Controllare la terra con i piedi nudi?" domanda con un tono perplesso ed al tempo stesso curioso della faccenda
    "Mai sentito parlare, ma se è quello che vuoi, li cerco subito... magari divorandoli scopro qualcosa di più" la ricerca e la conoscenza non sono il suo forte, dunque è naturale pensare che la cosa che più lo interessa è divorare i suddetti individui, probabilmente curioso circa il loro eventuale sapore.
    Abbassa dunque il muso per sfiorare il suolo con il tartufo e la respirazione si fa adesso lenta e profonda, così da cercare di cogliere odori sospetti o particolari: non sa neanche lui cosa sta cercando di preciso, ma essere allo scuro di quel dettaglio rende le cose oltremodo più divertenti... dopotutto è un cacciatore, anche questo è per lui divertimento.

    Pur non guardandola direttamente, il passo d'istinto si arresta insieme a quello di Aisha e non sarebbe strano vederlo sollevare direttamente il muso verso il suo per osservarla ancora una volta
    "Cosa succede, agnellina?" domanda, ma neanche in questo caso ha bisogno di aspettare, in quanto, abbassando il muso per riportarlo dritto dinanzi a sé, non può fare a meno di notare la figura del forestiero.
    E' proprio grazie al suggerimento di Aisha che Kaito
    "Con piacere!" andrebbe a compiere un breve saltello sul posto, atterrando poco dopo con le quattro zampe divaricate ed il busto tenuto basso, coda sollevata, nella classica posa del predatore pronto ad avventarsi sul suo bersaglio.
    Persino il labbro superiore è sollevato, mostrando le affilate zanne
    "Carne fresca, cuore pulsante... buono!" un sussurro uscirebbe dalle sue labbra.

    Viene tuttavia portato alla realtà dalla nuova carezza sul muso di Aisha, un tocco che gli strappa uno sbuffo di delusione
    "Tsk" ringhia a malapena, ora riportando il busto alto prima di abbassare la parte inferiore del torso e direttamente sedersi con le chiappe al suolo, zampe inferiori flesse e quelle anteriori distese, così da poter stare comodo, mantenendo adesso lo sguardo interamente su Janus
    "Il suo cuore pulsa... sembra buono" mormora semplicemente.

    Mantiene per il momento lo sguardo sull'individuo dinanzi a loro e non appena questo muove il primo passo verso il duo, la zampa sinistra si solleva di qualche centimetro per adagiarsi di nuovo sul suolo con violenza ad un paio di centimetri di distanza rispetto alla posizione originale: non una parola, ma è un tacito invito a non muoversi ulteriormente... o forse un semplice avvertimento.
    Resta seduto ed ascolta dunque le poche parole pronunciate dal Janus, paziente aspetta ed alla fine si lascia andare ad una breve risata
    HA! un singolo suono pronunciato con particolare enfasi, il muso si solleva di poco verso l'alto per "gettare" al cielo quella risata prima di ripuntare il volto verso l'altro
    Siamo Cacciatori ribadisce
    Siamo qui per vivere la nostra vita e fare ciò che il nostro istinto di spinge a fare curiosità, desideri, qualsiasi falso sentimento cui si possono aggrappare

    Si concede una breve pausa, dando il tempo all'agnello di parlare, prima di prendere nuovamente parola un'ultima volta
    Ho sempre voglia di mangiare chiarisce
    E tu sembri una preda succulenta, lo ammetto... ma il tuo odore è... spiacevole prima il complimento e poi un'offesa, come funziona?
    Hai l'aspetto e l'odore di una preda che non ha voglia di combattere e dall'inflessione di quelle parole, Aisha potrà facilmente intuire quanto il lupo abbia voglia di "incitare" la nuova preda a correre per il sol gusto di cacciarla e divertirsi con essa.
     
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    - Pazienza. Pazienza, mio caro Lupo. - Quieta e semplice nel suo parlare, perennemente statica e glaciale nel tono a prescinder da quello che possa accadere, come se fosse del tutto e realmente senza un Cuore umano a cui appellarsi. Ne l'euforia, ne le minacce ne le carezze di Kaito la smuovono in alcun modo, rimanendo al fianco del suo fedele Heartless nonostante la loro natura opposta e di norma aggressiva. Indubbiamente, due creature al di fuori dei normali canoni, anche per quelli come loro.

    La ricerca atta a spezzare la noia del Lupo, però, troverà un imprevisto a sorpresa, una creatura che attira la curiosità puramente accademica dell'Agnella, dato che non rientra fra le conoscenze dei suoi numerosissimi ed infiniti viaggi per il cosmo. Non lo da a vedere grazie alla maschera, ma i suoi occhi luminosi viaggiano erratici e senza meta lungo il suo corpo, come a cercarne un punto di riferimento o di conoscenza a lei familiare... per infine fermarsi sulla sua sfera, li dove dovrebbe di norma essere una testa ed un volto umano. Lascerà parlare il compagno per primo, perennemente più impulsivo di lei, per poi aggregarsi a sua volta, con il medesimo tono apatico e freddo usato agli inizi di quel “dialogo”.
    - Sei diverso, dagli altri. Sei diverso, da coloro che cercano riparo nella Luce, non è vero? - Le prime parole... sono miti, riflessive, in chiaro segno di studio verso di lui. E subito dopo, il suo passo riprenderebbe, quieto e molto lento, a voler azzerare le distanze fra loro, lasciando però libero l'Heartless di fermarla se volesse. O quanto meno di avvertirla. - Siamo qui per Conoscenza. Siamo qui per Giocare. Siamo qui per i nostri Desideri, senza legami del passato. - In un certo senso, farà eco al partner in questo ambito: non c'è un motivo ferreo e solido della loro vista alle Quattro Nazioni, se non quello di lasciarsi andare alla deriva di mondo in mondo, per conoscerli, studiarli... e predarli. Ma anche per trovare rarità come Janus stesso, al punto che, se non fermata, Aisha arriverebbe direttamente innanzi a lui, rimirando con curiosità il libro da lui evocato prima di sollevar la mano destra in sua direzione, molto lentamente, fino a... sfiorar, con tre dita, direttamente il suo petto, li dove vi sono i suoi due cuori fisici. Ma darebbe l'impressione di star toccando la sua anima, il suo Cuore spirituale, quello che tanto fa gola al canide probabilmente dietro di lei. - Kaito ha fame. Io voglio giocare. E tu segui una scintilla nell'oscurità, che voi mortali chiamate Destino, fino a rischiare la tua stessa esistenza... incontrandoci.. Per quale motivo pensi di essere qui allora, viaggiatore? - Pur non essendo belle parole... non suonano minimamente come una minaccia stranamente, come se stesse elencando un semplice fatto o sfortuna appena avuta dall'altro.

    Ma si allontanerebbe alla fine, in caso, d'un singolo passo, con un rintocco altisonante dello zoccolo sul selciato. - Sono conosciuta come Aisha. Siamo le Anime Gemelle. E... tu? - Arriverebbe ad accarezzare di nuovo Kaito se si fosse avvicinato, non rendendo ancora del tutto chiare le sue decisioni in merito all'alieno appena conosciuto.
     
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