Molti rincontri

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    Il Guardiano della Luce.


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    Awyr Blaidd

    Gli abitanti gli avevano parlato di una grotta, nel fitto della foresta, che dicevano fosse occupata da una bestia malvagia che rapiva i bambini. In verità la bestia era stata sconfitta da tempo e con essa quasi tutti gli Heartless avevano lasciato quella zona del mondo, limitandosi a girare per la foresta come altri animali in attesa di prede da poter aggredire. Nel suo cammino verso quel luogo dimenticato, uno particolarmente temerario era saltato giù da un albero e si era trovato tagliato in due dalla sua spada ancor prima che lui stesso si accorgesse di essersi difeso.
    Erano stati giorni strani. Aveva smesso di inseguire la leggenda di Artorias, e aveva lasciato da parte quell'armatura - era tornato alla propria spada e ad andare in giro con abiti molto più normali, senza stare troppo a preoccuparsi di ciò che avrebbe dovuto affrontare. Le parole che quel ragazzo gli aveva rivolto all'uscita dalla Faglia turbinavano ancora nella sua mente, ma anche esse si erano dovute mettere da parte in favore di altri argomenti. La vita andava avanti, la guerra contro Fastus andava avanti, e lui non sapeva ancora a cosa rivolgere il proprio sguardo.

    Guardò la grotta con il viso contratto dal disgusto. Il tanfo della bestia non se n'era ancora andato dopo mesi, ma tutti gli occupanti erano stati sgomberati. Nuovi abitanti si andavano insediando, tra piccoli roditori, insetti, forse qualche animale più grosso e che al momento non era presente. Si pizzicò la corta giacca nera, sbuffando. C'era parecchia umidità in quella giungla, e nell'aria c'era odore di pioggia. Pensò che forse non fosse il caso di cercare riparo proprio là dentro. Sospirò e voltò le spalle alla grotta, lo sguardo blu rivolto verso il fitto della foresta.
    Quello che gli pesava ultimamente era una gran solitudine. Aver vissuto l'esperienza della Faglia, aver parlato con quella strana donna, erano tutte cose che avevano costituito apparentemente l'inizio di qualcosa di nuovo per lui; ma tutto si era estinto come una fiamma troppo rapida, lasciandosi indietro solo un intossicante puzzo di bruciato e l'amarezza di aver dedicato quel poco tempo ad una chimera.
    E adesso, cosa doveva fare?

    Ricominciare, magari. Pensava che sì, potesse essere una buona idea, ma ricominciare come? A Twilight Town aveva un lavoro stabile e si era reso disponibile per qualsiasi tentativo di formare milizie. La città era rimasta stranamente intoccata dagli scontri fino a quel momento, situazione che poteva cambiare ormai da un minuto all'altro, e quel cambiamento Awyr lo percepiva fin nelle ossa. Voleva essere pronto e voleva dare una mano.
    Eppure adesso era lontano di parecchio dalla sua città. Si era recato lì per vedere coi propri occhi cosa facesse Fastus, ma era arrivato troppo tardi per quello. E non c'erano nemmeno prove che lui e quella bestia fossero collegati! D'altra parte andare a Midgar gli sembrava riduttivo. Fastus imperversava nel sistema da un anno ormai, aveva lasciato altri segni oltre a Midgar. Atlantis, ad esempio, era del tutto irraggiungibile.
    "Che cosa devo fare...?" mormorò, sedendosi a terra in mezzo agli alberi. "Che cosa sto cercando?"


    Per Key e Matt.
     
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    Il suo viaggio per i mondi era ricominciato normalmente nonostante gli ultimi eventi. Soprattutto dopo quello che era successo a Radiant Garden. La scoperta della sua parentela, del importanza del suo nome l'aveva lasciato parecchio stupito e dubbioso soprattutto. Non sapeva bene che fare adesso e non sapeva nemmeno il perché. Non si era mai fatto alcun problema e non aveva mai avuto davvero nessun dubbio sulle sue azioni. In fondo rubava per bisogno e usava i suoi poteri magici per se stesso, ma aveva iniziato a chiedersi se era davvero un bene. Se magari non poteva trovare un altro modo per ottenere da mangiare e di usare i suoi poteri per qualcosa di giusto, invece che di usali solo per se stesso. La cosa però lo faceva solo incazzare. Come era possibile che scoprire quella inutile parentela, gli avesse messo tutta quella merda in testa. Lui era Yoru il mago nero, non aveva bisogno di tutti quei pensieri e farsi domande inutili per come usare la magia. Quella era la sua magia ed era solo sua, l'avesse usata per l'esercito di Sora, quello di Fastus o per se stesso erano solo affari suoi. In ogni caso aveva bisogno di cambiare un po' aria. Aveva bisogno di visitare qualche mondo nuovo, magari trovare qualche nuova magia e roba da studiare...aveva già finito di leggere tutti i libri che aveva rubato a Traverse Town.
    Il portale si era aperto come suo solito e l'aveva oltrepassato aspettandosi di finire in qualche strada e cose cosi, ma invece si trovo in mezzo ad una giungla. Yoru sospiro annoiato.
    - Che cazzo di posto è questo...ci sono davvero dei mondi cosi selvaggi e privi di civiltà? Uff che noia...qui non ci faccio nulla. - Aveva detto guardandosi un attimo in giro e facendosi strada tra gli alberi e tutto il resto, aspettandosi magari di scorgere qualcosa di più di tutto questo. Però non fu cosi. Penso infatti che sarebbe stato meglio andarsene, ma in quel momento senti il suono dell'acqua. Si mosse un po' in avanti e vide che c'era un laghetto dall'acqua chiara, con una cascata che sgorgava sopra di essa. Non gli sarebbe dispiaciuto fare un bagno e bere qualcosa nel mentre. Aveva bisogno infatti di bere qualcosa oltre che di magiare, e di un bel bagno caldo...gli rompeva però tornare a Traverse in quel momento. Non doveva fare male un bagno in un lago come quello.
    Prima di tuffarsi il ragazzino però decise di bere un po' d'acqua da prima credo un ciotola con una roccia piatta, che modifico grazie alla sua magia della terra e la riempi d'acqua fresca per poi purificarla sempre tramite la magia. In modo che non avrebbe rischiato di stare male in quella maniera. Fatto questo si spoglio e si butto in acqua pentendosi subito della sua scelta, visto che l'acqua era gelida. Si scaldo grazie ad un po' di calore magico, ma proprio in quel momento si volto verso i suoi vestiti e vide qualcosa di incredibile. La sua felpa si stava muovendo da sola. Doveva essere magia...in quel momento però una testolina spunto dalla felpa.
    - No, è una cozzo di scimmia! - Aveva detto correndo fuori dal laghetto per cercare di riprendersi l'indumento, ma la scimmietta vedendolo arrivare corro via portandosi via la felpa in mezzo agli alberi. Yoru riprese la sua roba tra le braccia e parti alla riconcorsa della scimmia, ancora nudo come un verme però.
    - Ridammi la felpa scimmia di merda! - Aveva detto finendo in uno spiazzo in cui casualmente, giusto caso, per dindiridina c'era qualcuno che conosceva. Awyr infatti era li in mezzo e la scimmia gli stava per passare vicino.
    - Prendila cazzo! - Aveva detto al gigante biondo aspettandosi che lo aiutasse, prima che la piccoletta scappasse con la sua unica felpa.
     
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    Madoka Kaname

    V'era qualcosa di incredibile nell'animo dei bambini, una sorta di potere innato, spontaneo come l'acqua che sgorga da una fonte pronta a correre verso il mare. Era qualcosa di cui non si rendevano conto, questo era ovvio, eppure qualunque adulto, osservando un qualsiasi figlio del suo mondo, se ne sarebbe potuto accorgere. Sarebbe servita certamente un po' di attenzione, anche una certa dose di pazienza e tanta, tanta sensibilità. Ma lo avrebbe notato, si sarebbe persino stupito nello scoprire che, quella sensazione amara che provava in quegli istanti, lo richiamava a sé come un eco distante, uno di quelli che aveva smesso di ascoltare da chissà quanto tempo.
    Ed era proprio questa forza che albergava in Madoka, in quella ragazzina che iniziava a sentirsi dire di non essere più una bambina ma che al tempo stesso aveva compreso da sé, un minimo di astuzia fortunatamente non le mancava, che era ben lontana da essere un'adulta. Si trattava di una sorta di fuoco, caldo e piacevole, che le riempiva il petto ad ogni respiro ed illuminava il suo volto con la timida leggerezza tipica dell'adolescenza. Kyubey l'avrebbe certamente definita una benedizione, che alla fine la misteriosa creatura finiva col ridurre l'intera esistenza al bianco e al nero, ma lei, studentessa modello che si era guadagnata quella personalissima avventura, si limitava a pensare quanto fosse bello poter fare una gita, a quanto le piacesse quella nuova band di Shibuya che aveva scoperto grazie a Sun, quanto sarebbe stata bene con i vestiti che avrebbe comprato il giorno dopo con le sue amiche.
    Un potere non da poco, quello della giovinezza, della leggerezza con cui, almeno apparentemente, Madoka sembrava aver superato il trauma di aver visto la propria città, il proprio mondo, distrutto e ridotto a macerie da entità malevole. Sapeva che esistevano, dopotutto era diventata una maga per poter aiutare gli altri, ma mai, mai si sarebbe immaginata qualcosa di tanto enorme e catastrofico. Lei era abituata a inseguire qualche incauto heartless e certo, aveva affrontato nemici veramente spaventosi come la Strega... Eppure qualcosa le aveva sempre impedito di rendersi effettivamente conto di quanto male si potesse causare con le proprie azioni e le proprie scelte. Non che lei ne fosse in grado, la sua malvagità, seppur insita in lei, probabilmente si sarebbe spinta a fare qualche dispetto ad un compagno troppo fastidioso, magari dire qualche bugia alla mamma o spendere in maniera poco oculata la propria paghetta. Da qui a pensare di distruggere un intero mondo v'era in mezzo un mare. Un mare in cui lei, armata della sua fantasia, si divertiva a navigare, capitano di una nave che si alimentava a balletti e disegni improbabili sui suoi quaderni di scuola.

    E meno male! Meno male che era così fantasiosa! In caso contrario, chi mai avrebbe scelto per una piacevole gita una giungla folta di vegetazione e irta di pericoli? Non si trattava solamente di heartless, che a dirla tutta ancora non ne aveva notati in giro, ma anche di animali. Ne aveva visti diversi di quelli, fortunatamente in lontananza, ed era certa, grazie a quanto aveva studiato e ai suoi libri sulla natura, che non tutti fossero particolarmente amichevoli. In ogni caso la cosa l'aveva spaventata giusto qualche attimo, permettendole di rimanere a debita distanza da questi così detti pericoli, ma poi tutto era tornato nella norma, e lei continuava a passeggiare allegramente per la giungla, con i suoi stivaletti ed il completo da esploratrice.
    Si trovava in quel luogo oramai da un'oretta, camminando di qua e di là tra le fronde, osservandosi attorno con particolare stupore. A volte si era persino fermata, sedendosi sul tronco di un albero o su un pezzo di pietra, testimone di un passato antico, a disegnare qualcosa o qualcuno. Già, perché persino in un posto simile la maghetta era riuscita a fare amicizia: sarebbe bastato guardare sulla sua spalla, dove una piccola e graziosa scimmietta si divertiva ad osservarsi intorno, divenendo il compagno d'avventura ideale.
    "Hey, Frappuccino, non ti sembra di essere già passata di qua?" Madoka mormorò leggermente confusa, cercando l'approvazione di quella che era diventata la sua guida ufficiale. Dire che si capissero era un parolone, visto che non aveva mai studiato lo scimmiese a scuola, ma era divertente cercare di interpretare quel suo vociare costante. La scimmia infatti sembrava aver capito le sue preoccupazioni e, grattandosi appena il collo dove Madoka le aveva legato un tenero fiocchetto rosa, iniziò a osservare verso ogni direzione, prima di essere attirata da qualcosa e correre a per di fiato.
    "Aspetta! Dove corri? Dobbiamo ancora imparare il nostro balletto!" Fu così che, l'incauta ragazzina, ancora una volta si mise alla rincorsa del suo nuovo amico, chiedendosi se quella fosse la strada giusta o se semplicemente Frappuccino avesse deciso di scappare in quella direzione per qualche motivo. Correva, ed ogni tanto rimaneva stupita dal modo in cui l'animale sembrava aspettarla, quasi volesse portarla con sé. Magari le avrebbe mostrato qualcosa di stupendo! Magari gli avrebbe...
    Presentato un amico! Ecco dove voleva portarla! Tutta presa dalla corsa e dai suoi pensieri Madoka non si era inizialmente accorta della presenza di altre persone, tutta occupata invece ad osservare Frappuccino e quello che sembrava essere un suo amico, o magari la sua fidanzata chissà! "Oh, volevi portarmi dal tuo amico? Ma che tenero, ciao piccolino, o forse sei un piccolina?" Tentò con la mano di accarezzare la nuova arrivata ma quella si dimenò, particolarmente agitata, mentre sventolava con particolare fierezza una felpa. "Questa? E' molto carina ma non mi sembra adatta a te e..." Fu allora che sentì urlare, una voce stranamente familiare, e mentre la scimmia a sua volta iniziava a gridare Madoka alzò lo sguardo per mettere a fuoco la scena: dapprima un ragazzo alto, altissimo, così alto da sembrare un giocatore di basket e poi...
    "DI NUOVO TU?!?" La sua prima reazione fu quella di imbronciarsi, per quanto ne fosse capace, le mani lungo i fianchi in una infantile scenetta da bambina capricciosa ma poi... Poi si accorse di come era conciato e allora non poté fare a meno di urlare, le mani davanti agli occhi mentre con tutta sé stessa cercava di non pensare a quello che aveva visto. Madoka iniziò a correre, troppo agitata, sconvolta da quello che Yoru era in grado di fare ogni volta, dal modo in cui riusciva a farla indispettire sempre di più. Correva, e dietro di lei Frappuccino e poi ancora l'altra scimmia, che doveva aver trovato nei due un valido alleato per tenersi la felpa. Un gruppetto decisamente comico, che si placò solamente quando Madoka riuscì a nascondersi dietro il più grande di loro, così gigante che poteva nasconderla facilmente. "Perché non ti vesti, pervertito! Persino le scimmie sono vestite qua e tu no?" No, ancora non le veniva in mente che magari l'amico di Frappuccino avesse rubato la felpa al povero Yoru, era troppo agitata, troppo scandalizzata per poter formulare un pensiero logico. Come se di solito non fosse per lei già abbastanza difficile rimanere tranquilla in presenza di quel teppista maleducato.
     
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    Una giungla non era certo un luogo silenzioso: insetti, uccelli e bestie di vario tipo rendevano spesso nota la propria presenza (o assenza), il vento agitava le fronde degli alberi, il fiume in lontananza scrosciava e sciacquava. Gli abitanti del villaggio, quelli non intimoriti dalla sua apparenza, lo avevano messo in guardia dai pericoli che avrebbe incontrato sul proprio cammino: serpenti, lupi, pantere, scimmie, persino tigri, ma soprattutto le scimmie potevano spesso e volentieri rivelarsi un problema. Creature dispettose e curiose, si facevano raramente intimorire e in gruppi potevano rappresentare un vero problema, spesso nel villaggio erano costretti a scacciarle a suon di bastonate e sassate per impedire loro di rubare cibo e saccheggiare i santuari. Awyr era rimasto ad ascoltare così tanto che per un attimo si era dimenticato della sua semplice intenzione di visitare la giungla, e adesso, tutto sommato un po' di pentimento per non essere rimasto lì direttamente tutto il giorno gli veniva.
    Due particolari tipi di scimmie uscirono dalla giungla: molto più simili ad umani, urlanti, e molto bassi di statura, sfrecciarono attraverso gli alberi all'inseguimento di due scimmie vere, una delle quali che brandiva una felpa blu ben nota.

    "Uh?"
    Yoru e, poco più lontano, una scandalizzata ragazzina dai capelli rosa uscirono dal fitto della foresta; Yoru si teneva abbracciato ai vestiti ed era bagnato fradicio. Alzò un sopracciglio, estremamente confuso di fronte a quella situazione, ma prima ancora di rispondere a parole estrasse lo spadone e lo conficcò in terra con un movimento tanto repentino che la scimmia ladruncola si fermò un momento a osservarlo, tenendosi ben stretta la felpa logora.
    "Non è educato rubare." disse con un'alzata di sopracciglia piena di disappunto. "Anche se non metterei quella felpa nemmeno se mi pagassero, sarà piena di pulci..."
    Sospirò, puntando una mano verso Yoru. "Sta' fermo." avrebbe ordinato. Avrebbe anche voluto innanzitutto salutare e tranquillizzare quella povera ragazza, ma era sicuro che entrambe le cose si sarebbero aggiustate in un attimo.
    Sperava.

    "Non chiedere perché possa farlo." spiegò, mentre dei filamenti di tessuto nero andavano a circondare Yoru. "Da che mi ricordo è una facoltà che ho sempre avuto." il che voleva dire poco, visto che ricordava benissimo solo gli ultimi quattordici o quindici mesi. In un attimo Yoru si sarebbe trovato con indosso una maglietta nera con un logo che riportava la scritta 'Kingdom Hearts IV', un paio di pantaloni neri con una chiave dorata che pendeva dalla cerniera di ogni tasca, e delle converse nere. "Oh." si grattò la nuca. "E' la prima volta che escono così..."
    Probabilmente, da qualche parte nell'Universo, Ruby avrebbe starnutito.
    "In ogni caso, restituiscila." disse alla scimmietta.
    Si sarebbe soffermato a guardare entrambi i nuovi arrivati con un sorrisetto storto. Sperò che le acque si fossero calmate almeno un po', così da poter discutere più tranquillamente.
    "Be'..." esordì, sbuffando infine una risata divertita. "Ciao, Yoru!" esclamò. "E ciao anche a te. Sono Awyr, felice di conoscerti."
     
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    Yoru stava correndo a più non posso dietro quella scimmia ladra, che gli aveva portato via la sua unica felpa. Aveva preso la sua roba, ma non si era messo nessuno dei suoi indimenti anche se non l'aveva ancora notato. Proprio mentre continuava la sua corsa vide un viso familiare...anzi un colore familiare il rosa.
    - Porca purtana ancora tu! - Aveva detto all'unisono di Madoka appena i loro sguardi si incrociarono. Lei non era felice di vederlo come non lo era lui alla fin fine. Comunque, rimase sorpreso quando con un urlo la ragzzina se la diede a gambe insieme alle scimmie che ora erano due e sembravano...sue.
    - E colpa sua quindi...dannata stronza! - Aveva detto, ma sicuramente la ragazza non l'avrebbe sentito visto la situazione. La corsa delle scimmie come quella di Madoka e la sua, si fermo grazie all'intervento di Awyr che puntando la spada per terra blocco le bestie. Mentre Madoka si era nascosta dietro di lui, urlando contro il giovane mago e dandogli del pervertito. In quel momento Yoru alzo un sopracciglio perplesso.
    - Ma di cosa stai parlando stupida nanerottola? - Aveva detto a braccio incrociate non capendo a cosa si riferisse, ma si rese conto del perché quando una delle sue scarpe cade per terra costringendolo a guardare verso il basso. Era nudo e con il coso al vento...Nonostante fosse un ragazzo estremamente intelligente Yoru, ci mise un attimo a capire la situazione diventando sempre più rosso per imbarazzo.
    - Porco Kingdom Hearts! - Aveva detto comprendosi per l'imbarazzo, alzando lo sguardo solo per vedere Awyr e Madoka difronte a lui e le scimmiette. Notando come una di queste sembrava volesse dare la sia felpa alla ragazza. Cosa che fece realizzare tutto fuorché la realtà dei fatti al giovane mago.
    - Sapevo che non c'era da fidarsi di una brutta strega in rosa come te! Quello è il tuo famiglio vero? Gli hai detto di rubarmi i vestiti e di portarmi da te! Cosa volevi farmi maniaca sessuale! Non ho intenzione di dare l-l-la mia purezza ad una racchia come te! - Gli aveva urlato contro sinceramente imbarazzato e indignato dalla deduzione (sbagliata) a cui era arrivato. Venne fortunatamente distratto da Awyr e il suo commento sulla sua felpa e le pulcini.
    - Tu sei pieno di pulci!...ah, aspetta dicevi per la scimmia? - Aveva detto inizialmente arrabbiato, ma per poi capire s cosa si riferiva davvero il gigante, che successivamente gli creo dei nuovi vestiti. Cosa che sorprese Yoru.
    - Wow! Magia della creazione! È da un po' che voglio impararla ma-...cazzo che gusti di merda in fatto di vestiti Awyr...- Aveva detto al ragazzi senza se e senza ma, guardando deluso quello che aveva addosso.
     
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    Madoka Kaname

    Se c'era una lezione che Madoka si ostinava a non imparare era che, una volta usciti da Shibuya, era quasi inevitabile che capitassero cose assurde. Per carità, non che l'assurdo fosse qualcosa di ripudiare, non sempre per lo meno. Aveva ballato con gli indigeni di un mondo lontano imparando le loro danze, si era coricata a riposare in campi fioriti immersi nelle foreste più belle e pure che avesse mai visto, avevano giocato a fare le sirene con Saika e chissà quanti nuovi ricordi si sarebbe creata nel corso del tempo! Però, ed era un però decisamente importante, a volte capitava di trovarsi in situazioni che la giovane dai capelli rosa non sapeva bene come affrontare, problemi che apparentemente non erano poi così gravi ma che per la sua mentalità ancora troppo giovane e innocente, finivano per divenire insormontabili.
    E chi mai avrebbe potuto contraddirla in quel momento: là, nel bel mezzo della giungla selvaggia, là dove la natura ti abbracciava e ti sorprendeva ad ogni passo tutto si sarebbe aspettata tranne di trovarci quello lì e soprattutto quello lì svestito. Il suo volto era diventato paonazzo, era possibile percepirlo persino dietro le sue manine che tentavano disperatamente di cancellare quella immagine dalla sua mente, la sua voce soffocava in mezzo a quel borbottio incomprensibile ed agitato mentre scuoteva disperatamente la testa. Anche volendo non sarebbe riuscita a sentire ciò che Yoru stava dicendo, ciò che quel bambino antipatico le stava rivolgendo. Decisamente meglio così, simili parole dopotutto avrebbero potuto ferirla più del previsto, spingerla a fuggire e chissà cosa. Neppure Frappuccino, l'unico amico in quel mondo di pazzi e di bestie, sembrava riuscire a calmarla. La scimmia era troppo confusa, lei voleva solamente ritrovare il suo amico e adesso si ritrovava in mezzo a tre umani che si comportavano in maniera strana. Se solo avesse potuto parlare possiamo tranquillamente immaginare quali appellativi avrebbe dato a tutti e tre.

    "No, no no, no... Ahhh che schifo! Vattene via!" Chissà quando sarebbe riuscita a riprendersi da quella visione, forse ci sarebbero voluti mesi, anni! E chissà quante volte, improvvisamente, le sarebbe nuovamente venuta in mente quella cosa e si sarebbe messa ad urlare in preda al disgusto e all'imbarazzo. Quella povera strega, così come l'aveva appellata il teppista, non aveva mai avuto il coraggio di immaginare come fosse tenere la mano ad un ragazzo, figurarsi vederne uno svestito! Un incubo ad occhi aperti, uno di quelli che nemmeno il suo dolce preferito o la discografia completa della sua band del cuore sarebbero stati in grado di far svenire.
    Si acquietò poco a poco, la voce sempre più flebile, le mani che lentamente scivolavano via dal volto, ancora al riparo dietro quel ragazzo tanto alto. Non lo conosceva, e questa consapevolezza la colpì improvvisamente, tanto da indietreggiare di un passo, le mani giunte in evidente segno di disagio. Fissava un punto a terra, spaventata all'idea di poter incrociare nuovamente lo sguardo di Yoru. Non era timore, e sebbene l'imbarazzo fosse oramai evidente non si trattava nemmeno di quello. In fin dei conti lei ci aveva provato tante volte ad essere gentile, a ignorare i suoi comportamenti antipatici, ma persino una come lei, una ragazzina che a scuola era conosciuta e apprezzata per la sua gentilezza e sensibilità, responsabile dell'infermeria della sua classe, aveva un punto di sopportazione. E, se una persona normale si sarebbe arrabbiata, lei reagiva semplicemente tentando di ignorare il problema, far finta di nulla, anche con una leggera nota di infantile dispetto.

    Sospirò, gli occhioni confusi che fissavano Frappuccino sotto di sé che tentava di aggrapparsi alla sua gamba, e quella visione le ridonò una parte della sua allegria. Era convinta infatti che la sua amica scimmietta volesse consolarla, poco importava se in realtà voleva aggrapparsi a lei perché intimorita da quell'uomo con la spada. E, a proposito di quello... "Ciao..." Non riuscì a dire altro, così su due piedi. Fu già uno sforzo immenso mantenere le abitudini e chinarsi appena mentre Frappuccino riusciva finalmente nel suo intento e osservava con strana curiosità Awyr. Si sarebbe dovuta presentare, l'avrebbe fatto volentieri, dopotutto lei era sempre felice di fare nuove conoscenze, di farsi nuovi amici. Ma era tutto troppo strano, troppo caotico, e lei riusciva a malapena a mantenere la calma, troppo presa dal fatto che quello stupido di uno Yoru fosse lì intorno e che peggiorasse ogni volta che se lo ritrovava davanti. Ferma lì, un po' mesta, il peso che si alternava da un piede all'altro lentamente. Riuscì solamente ad esibirsi in una plateale linguaccia quando sentì Yoru parlare, con quel suo linguaggio sempre irrispettoso, che se l'avesse sentito sua mamma gli avrebbe sicuramente tirato le orecchie. O almeno così le andava di credere, sua madre dopotutto era la persona a cui pensava tutte le volte che non sapeva bene cosa fare.
     
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    Be'... non c'era riuscito. Né l'uno nell'altra avevano intenzione di piantarla con quel battibecco, facendo la gioia delle scimmie lì intorno che forse pensavano di aver trovato dei propri simili; in ogni caso era ovvio che si trattasse solo di un immenso malinteso, di quelli facili da risolvere ma che avrebbero di sicuro avuto delle conseguenze per parecchio tempo. Specie se si aveva a che fare con un individuo testardo come Yoru, che non avrebbe mai ammesso di essere in torto neppure in condizioni di vita o di morte!
    "Non c'è di che." replicò Awyr con una smorfia, continuando ad osservare lo scontro verbale tra i due; l'apparizione di vestiti a caso aveva un po' quietato gli animi, e quella ragazzina continuava a stargli nascosta vicino come se temesse che Yoru incendiasse l'intera foresta. Non che non sarebbe stato in grado di farlo, chiaro - ricordava Lordran - semplicemente dubitava che lo avrebbe fatto ora, se non in un vano tentativo di incenerire la propria vergogna.
    "E' comunque un miglioramento." disse a Yoru con un sorrisetto. Avrebbe cercato di afferrare la felpa, se necessario anche con la scimmia ancora attaccata. "Seriamente, ce l'avevi pure a Lordran questa. Ormai ci sarà più fango che tessuto, non va bene. Se dovessi lavarla si sgretolerebbe." si girò verso la ragazzina e le rivolse un sorriso gentile. Anche solo per farle vedere che c'era qualcuno capace di non urlare come un matto lanciando insulti, in quella foresta... insomma, che perlomeno non c'erano solo scimmie. Magari questa era meglio non dirla a Yoru.

    "Posso sapere il tuo nome?" chiese Awyr, in tono calmo e affabile possibile. "Dubito che fosse tra tutti quelli che ti ha urlato contro quello lì." aggiunse in un sussurro, indicando appena Yoru con fare complice.
    Avrebbe mosso qualche passo in avanti, proprio verso il ragazzino, concedendo anche a lui un sorriso conciliante. Era comunque felice di vederlo, ma la situazione era stata talmente paradossale che non c'era stato tempo di gioire. Aveva spesso pensato a cosa stesse facendo, a quali pericoli fosse andato incontro stavolta, con quei modi irruenti e quell'incapacità a sostenere un discorso normale senza gridare insulti - non tutti erano pazienti, e certi mondi erano pieni di persone che attendevano solo una scusa buona per attaccare briga.
    "Sei ancora bagnato fradicio." commentò. "Non avrai fatto il bagno nel fiume, spero! E' pieno di sanguisughe..." uno schiocco di dita e un turbine d'aria calda lo asciugò completamente. Non volò via nulla, almeno che lui sapesse. Almeno una fortuna. "Sai di non essere stato molto gentile, vero?" aggiunse, incrociando le braccia. "Le hai detto un sacco di cattiverie. Senza avere uno straccio di prova di quello che dicevi..."
     
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    Yoru guardo male la ragazza facendogli una linguaccia di rimando dopo le sue parole, per nulla disposto ad andarsene e fermare il suo pessimo atteggiamento. Che venne puntato anche su Awyr quando questo uso la sua magia per dargli dei nuovi vestiti. Un bel gesto e questo Yoru lo riconosceva, li in mezzo il gigante spadaccino era forse il miglior incontro da diversi giorni. Non aveva almeno incontrato un altro Shinji o come cazzo si chiamava quel coglione. In ogni caso per quanto apprezzava il gesto, anche se aveva i suoi vestiti appresso...doveva ammettere che erano veramente brutti. Perché una chiave? E perché Kingdom Hearts 4? Cos'era la magia di una qualche setta di tizi che veneravano un grosso cuore nel cielo o roba simile? Awyr iniziava quasi a preoccuparlo. Comunque, abbandono i suoi pensieri e il desiderio di spogliarsi di nuovo alle parole del ragazzo. Infatti aveva fatto notare che era la felpa che aveva anche a Lordran e che era in condizioni pietosi, un po' come tutto il resto alla fin fine.
    - E' l'unica che ho e soprattutto io la pulisco sempre...ci tengo alla mia igiene io...- Aveva detto un po' in imbarazzo, ma in un tono decisamente infastidito e puntiglioso per smentire le parole del suo interlocutore. Yoru non stava mentendo. Amava farsi il bagno, pulirsi e profumare di pulito. Una cosa che però non faceva da un po' a causa del suo vagabondare, ma quelli erano dettagli. Comunque mise il broccio e incrocio le braccia quando vide Awyr iniziare a fare il gentile con Madoka, cosa che gli fece storcere un po' il naso. Ok, era consapevole di essere leggermente uno stronzo, anche se con della ragione ovviamente. E sapeva che Awyr aveva una natura più cordiale e gentile in confronto alla sua, quindi non doveva poi tanto sorprendersi a quella vista. Comunque si intromise nel loro discorso.
    - Stupidon Confetto Rosa. Ecco come si chiama...- Aveva detto con tono antipatico e con ancora le braccia incrociate, mentre guardava da tutt'altra parte. Immaginando già l'espressione seccata di Madoka, ma soprattutto lo sguardo di rimprovero di Awyr. Si volto nuovamente verso di lui solo quando gli rivolse nuovamente la parola, facendolo sospirare seccato il mago del fuoco.
    - Non ho avuto tempo di asciugarmi e comunque ho controllato, se ci fossero presenze pericolose e dannose nell'acqua grazie alla magia. In più ho anche purificato l'acqua per poterla bere. Non sono un idiota...so badare a me stesso. - Aveva detto in tono serio e infastidito dalla preoccupazione di Awyr che lo mettevano anche a disagio per certi versi. Soprattutto perché vicino c'era quella specie di coniglietto rosa pastello. Si distrasse però quando Awyr inzio ad asciugarlo con una magia del vento e del fuoco unite, che facevano una specie di effetto fon. In quel momento Yoru si fece travolgere malamente da quel vento caldo, che gli butto indietro i capelli arruffati e gli fece fare una faccia, simile a quella di un cane che metteva la faccia fuori dal finestrino. Una cosa che divertiva molto loro e che infastidiva molto lui. Soprattutto per via dei capelli.
    - Cazzo avvertimi la prossima volta Awyr! - Aveva detto infastidito sistemandosi i capelli che avevano come momentaneamente cambiato forma, infatti quell'arruffato per certi versi regolar era come sparito. Facendogli spuntare dei capelli sparati a destra e a manca, una cosa che odiava. Infatti inizio a pettinarsi richiamando a se la sua spazzola. Non sapeva dove l'aveva rubata, ma c'è l'aveva da anni.
    - E chi se ne fotte se non sono stato carino con lei...- Taglio corto alla fine Yoru alle ultime parole di Awyr.
     
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    Quel povero giovane, intento a farsi gli affari suoi, aveva avuto la straordinaria sfortuna di ritrovarsi sul suo cammino proprio quei due ragazzini. Non che il problema fossero loro in sé, presi separatamente dopotutto entrambi sarebbero stati certamente simpatici e di ottima compagnia, ma in quell'esatta coincidenza, una di quelle che il mondo o chi per lui sembrava mandare spesso ultimamente, in cui si ritrovavano entrambi in quelli giungla... I problemi erano così tanti o e così infantili che elencarli non farebbe altro che rendere più assurdo il tutto. E dire che erano riusciti a fare squadra, almeno per qualche istante! Se così non fosse stato probabilmente né l'una né l'altro sarebbero stati lì, con i loro cari occhi, a fare tanto baccano.
    Era semplicemente che non se ne rendevano conto: ne di fare tutto quel chiasso inutile, né di essere poco maturi. Dopotutto perché avrebbero dovuto esserlo, la loro età gli consentiva ancora il lusso di potersi comportare come gli andava, entro i limiti delle responsabilità. Limiti che, lasciatelo dire, sembravano variare molto da mondo a mondo. Ad esempio, ed è un esempio che si fa sempre più spesso, la ragazzina dai capelli rosa non si sarebbe mai permessa di apostrofare in simili toni né un coetaneo né tanto meno un adulto. Era stata cresciuta da due genitori sì molto concilianti, ma che a loro modo sapevano essere severi, e forse la fantomatica educazione di Shibuya iniziava davvero ad avere un senso nella mente della ragazzina.
    Fu proprio quell'educazione a permetterle di distaccarsi almeno per qualche istante dalle scenate e dare maggiore attenzioni allo sconosciuto. Dopotutto si stava comportando bene, e non solo con lei. Certo, una parte di sé avrebbe voluto dedicare una bella linguaccia a Yoru per il modo in cui trattava quel poverino che voleva solo aiutarlo, ma iniziava a pensare che non fosse in grado di essere gentile, e che sapesse solamente offendere e dire parolacce. Proprio come quei teppisti che saltavano le lezioni fuori da scuola e che si divertivano a passare il tempo nei giardinetti dietro alla scuola, qualcuno dicesse addirittura che rubassero la merenda a chiunque passasse da quelle parti. Tutte motivazioni che, trattandosi pur sempre di quattordicenni, spingevano ancor di più la giovane Kaname a voler stare a debita, debitissima distanza da quel piccoletto tutto urla e nervosismo.


    "Io... Mi chiamo Kaname Madoka, molto piacere. La ringrazio... Hey!" Avvampò tutta all'ennesima provocazione, sbattendo il piede a terra e spaventando una delle povere scimmiette, mentre l'altra si divertiva ad imitarla ed inveire in chissà quale lingua contro il ragazzino e il suo amico che lo avevano privato della sua nuova felpa. Se non altro, una volta tornata a casa, Madoka avrebbe avuto la conferma che le scimmie erano davvero intelligenti come dicevano allo zoo, a differenza dei maschi, che rimanevano sempre idioti, proprio come diceva la sua amica Sayaka.
    Eppure la scena di Yoru, lo stesso Yoru che si faceva tanto forte, che borbottava di fronte a quel gesto di gentilezza la fece scoppiare a ridere. I suoi capelli si erano gonfiati a tal punto da farlo sembrare un personaggio di qualche anime, di quelli che era solito guardare suo fratello alla mattina dopo colazione, e lei non poté fare a meno di scoppiare a ridere. "Sai cosa gli starebbe bene? Un bel nastrino! Vanno un sacco di moda adesso!" Ridacchiava, tutta contenta, e per qualche istante si mosse persino a frugare nella sua borsa a tracolla da esploratrice, prima di ricordarsi che quel gesto sarebbe passato come un regalo nei confronti di Yoru. No, piuttosto che dargliene uno avrebbe buttato via tutti i suoi nastrini. Un pensiero egoista, ma dettato dall'esasperazione che oramai provava nei suoi confronti.
    Ma a proposito di acqua... Ecco che al posto dei nastrini tirò fuori la sua bella borraccia rosa pastello, ne svitò accuratamente il tappo e ne prese qualche sorso, tutta contenta della sua idea di metterci dentro qualche cubetto d'acqua prima di uscire di casa. "Lui non è mai gentile, dice sempre un sacco di cose brutte a me e alle mie amiche, ma noi siamo ragazzine educate e non ci arrabbiamo." Lo disse con una punta di orgoglio, lo sguardo rivolto altrove a dimostrare questa fantomatica superiorità. Dopotutto si sapeva, le ragazzine crescevano prima, mentre i maschi rimanevano stupidi a vita. Glielo diceva sempre la mamma. "E comunque io non sono venuta qua per te, se sapevo che c'eri..." Probabilmente avrei cambiato posto, ma questo era decisamente troppo cattivo per lei, e si sentì subito in colpa anche solamente per averlo pensato, ritrovandosi a calciare un sassolino poco distante dal suo piede.
     
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    Non sapeva granché di Yoru, ovviamente. Tutto ciò che "sapeva" erano congetture che aveva tratto dal loro breve incontro quando si erano trovati, loro malgrado, a vagare per le terre di Lordran: da allora non lo aveva praticamente più visto, e ogni volta che i suoi pensieri tornavano a lui erano sempre carichi di preoccupazione. Un ragazzino tutto solo in mezzo ai mondi, per quanto potesse essere potente, non era mai una buona cosa.
    Dal suo modo di comportarsi e dalla praticità che dimostrava nel fare le cose da solo, doveva essere abituato da chissà quanto a quella vita, e la cosa gli metteva solo un'ulteriore tristezza. Un ragazzo della sua età non si sarebbe dovuto trovare in quelle condizioni, avrebbe dovuto avere una vita ben diversa, fatta di piccole cose importanti e di tante aspettative per il futuro, ma quello che vedeva in Yoru era solo una persona che viveva alla giornata, e che nonostante i suoi sforzi di tenersi insieme, ad ogni momento poteva cadere in pezzi.
    Gli sarebbe bastata una singola giornata storta.
    Paragonato a quell'altra ragazza, che si presentò col nome di Madoka, i due non potevano essere più agli antipodi. Cupo, musone e irascibile lui, solare, ottimista e gentile lei, sembravano due mondi destinati ad uno scontro infinito - era bastato che si incrociassero, ed era abbastanza ovvio che si conoscessero, perché quel breve incontro finisse in un alterco verbale che in realtà stava venendo portato avanti solo da lui.
    Sorrise paziente alla sua ennesima rispostaccia, sospirando.
    "Okay essere diffidenti, ma a meno che Madoka non sia Fastus sotto mentite spoglie non credo proprio che meriti di essere trattata così." reclinò il capo di lato. Era sicuro che parlare con Yoru, parlargli veramente, fosse molto più difficile di quanto sembrasse: proprio perché sembrava fin troppo abituato ad aggirarsi intorno a carogne e gente infida. "A volte bisognerebbe trattare le persone come vorremmo che ci trattassero. A meno che tu non voglia essere trattato a suon di insulti, ovvio..." fece una smorfia interrogativa.

    "Un nastrino?" ripeté con un'alzata di sopracciglia. "Magari se avesse i capelli un po' più lunghi potrebbe legarseli, in effetti."
    Gettò un'occhiata alla caverna, sentendo un certo disagio a starci intorno. La bestia era bella che andata e le vittime erano state salvate, ma c'era qualcosa, un'Oscurità, che aleggiava lì intorno come un tanfo nauseante. Notava come persino gli animali rifiutassero ancora di entrarci, e da quando si era trasformato in lupo la prima volta, il suo istinto andava in allerta molto più facilmente. Be', almeno non si metteva a ringhiare.
    "Meglio allontanarci da qui, comunque." disse, distogliendo lo sguardo. "Ero venuto qui per curiosità, ma non abbiamo nessun motivo di restarci. Un grosso Heartless viveva qui, catturava gli abitanti del villaggio e li portava al suo padrone, che faceva esperimenti su di loro." deglutì, con un brivido di nausea al pensiero. "Ora è tutto finito, comunque." annusò l'aria. "Ma rimane la puzza..."
    Scosse la testa.
    Si sarebbe di nuovo rivolto verso Yoru, e gli avrebbe messo una mano sul capo, scompigliandogli gentilmente i capelli. "Sono felice di vedere che stai bene, Yoru." ammise, con un gran sorriso. "Saperti in giro da solo mi faceva preoccupare."
     
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    Aveva riso divertito alla reazione di Madoka dopo il suo insulto. L'aveva fatto morire dal ridere come ci mise un attimo a capire il suo insulto, quando si presento ad Awyr. Aveva fatto spaventare una delle scimmiette che gli venivano dietro, mentre l'altra la imitava nei movimenti facendo dei versacci verso di lui. Yoru in tutta risposta fece una linguaccia all'animale, come alla sua padrona prima di venir ripreso da Awyr per via del suo atteggiamento. Il gigante infatti gli disse che andava bene essere prudenti, ma non c'era bisogno di trattarla cosi nemmeno fosse Fastus in persona. Sentire quel nome lo lascio un attimo sorpreso e pensieroso, ma non perché si stava pentendo del modo in cui aveva parlato alla ragazza ovviamente. Aveva sentito in giro di Fastus e della guerra che aveva scatenato, ma sapeva che aveva anche qualche legame con quel tipo, Sora il Keyblader della luce. Sora e lui erano parenti secondo quello che aveva detto quella Dottoressa di Radiant Garden. Non sapeva cosa significasse tutto questo, ma gli avevano detto di non dire il suo cognome a nessuno. Beh, non che avesse l'abitudine di farlo o quanto meno di presentarsi a qualcuno per poi socializzare. Che schifo.
    - Tratterei quel coglione anche peggio di cosi...Poi che centra quella merda con lei? - Aveva detto a braccia incrociate parecchio interdetto, sbattendo il piede per terra con un certo ritmo. Quando Awyr però continuo il suo discorso Yoru si fermo guardandolo come infastidito da quel affermazione. Awyr infatti gli disse una cosa che aveva già sentito in passato, ma a cui non voleva dare più retta. Tratta gli altri come vuoi che gli altri ti trattino, una cosa che ormai definiva una stronzata per cui si rischia sempre di venir feriti.
    - Preferisco di certo uno che si sia comportato da stronzo, che una persona cosi...adorabile e gentile. In fondo da uno stronzo so bene cosa aspettarmi, ma da una sempre dolce e ben educata come lei preferisco stare lontano. Tutto qui. - Aveva detto tenendo le braccia incrociate con una faccia infastidita, per quella discussione che alla fine non voleva poi tanto continuare. Yoru pensava di aver totalmente ragione nel suo atteggiamento e nel suo modo di pensare, non che stesse davvero dicendo nulla per far capire il suo punto di vista. Se erano abbastanza intelligenti lo avrebbero capito da soli. Il discorso si era interrotto però quando Awyr gli aveva asciugato i capelli e facendoli gonfiare. Senti la risata di Madoka in quel momento, che rispose semplicemente facendo un dito medio alla ragazza, con una faccia davvero incattivita nel sentirla ridere.
    - Chi se ne fotte della moda! Anche se tenendoli raccolti non mi darebbero più fastidio mentre leggo...umh. - Aveva detto più pensieroso nella parte finale, ma in un tono che solo Awyr avrebbe potuto sentirlo. Successivamente si volto verso Madoka per poi fare un sorrisino perfido alla ragazza, per poi puntare la mano verso di lei. In quel momento dalla mano di Yoru, sarebbe apparso una mano d'ombra che si sarebbe diretta verso la ragazza. La mano che non aveva intenzioni aggressive, si sarebbe limitata a muoversi rapidamente per togliergli uno dei nastrini. Se ci sarebbe riuscito la mano sarebbe tornata da Yoru, per poi sparire quando gli consegno il nastrino.
    - Comunque sul serio...Rosso sul rosa? Non si nota nemmeno...passa al bianco o al nero ti starebbero meglio. - Aveva detto guardandola abbastanza stranito per la scelta di colori, pensando davvero però che il nero o il bianco gli sarebbe stato meglio....Almeno perché avrebbe avuto più senso. In quel momento avrebbe provato a mettere il nastrino alla meglio che poteva tirandosi un po' i capelli, ma avendo qualche difficolta all'inizio. Alle parole di Awyr però Yoru lo guardo curioso.
    - Davvero? Cazzo avrei voluto vederlo...dopo la strega che abbiamo affrontato non ho incontrato un nemico decente. La mia abilità con la magia cresce, ma per la potenza ho bisogno di nemici da abbattere. - Aveva detto non riuscendo a mettere bene il codino, allacciandolo alla bene e meglio e tenendo i capelli disordinati all'indietro. In quel momento non gli stavano benissimo, i capelli erano abbastanza lunghi, ma non avevano un taglio decente per poterli tenere in modo ordinati e sistemati all'indietro. Ovviamente il modo in cui li aveva allacciati era orribile, ma ora che lo si poteva vedere meglio in viso aveva un aria diversa. Yoru infatti aveva un bel viso tutto sommato, che sembra quello di un principino, ma quello che risaltava di più erano i suoi occhi di un azzurro unico.
     
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