Prove di volo

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    Il cavaliere della luce

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    Yoru Valentine

    Era passato qualche giorno da quando era quasi morto per colpa di quei Heartless ad Atlantis, finendo a Radiant Garden per farsi curare alla svelta le ferite. Un esperienza che non voleva più rifare a dirla tutta. Aveva rischiato grosso quella volta e anche se non l'avrebbe ammesso aveva avuto paura. Era però stato più furbo di quei mostri assettati di sangue, ed era riuscito a scappare finendo in un modo dove c'era gente che ha potuto aiutarlo. Comunque sia, ormai aveva poca importanza. Quello che era successo era successo, ma sicuramente avrebbe fatto più attenzione nel suo viaggiare tra i mondi...almeno per quelli sconosciuti. Infatti aveva deciso di rivisitare quelli vecchi, magari in zone dove non aveva ancora rubato niente. Ovviamente per evitare che qualcuno lo riconosceva. Oppure come il caso di oggi mondi di cui aveva sentito parlare, ma che non aveva mai visitato. Come Twilight Town dove si trovava in questo momento. Aveva scelto di visitarla perché curioso di vedere il famoso tramonto della città, ma anche per andare a trovare Awyr che gli aveva detto che poteva andare da lui quando voleva. Peccato che non c'era e per quello che gli aveva detto una vicina di casa del ragazzo, era andato a trovare la sua famiglia. Una cosa che lo sorprese leggermente. Non sapeva ne avesse una, ma magari non aveva mai avuto modo di parlargliene. Comunque penso di passare qualche giorno li, anche se non aveva un posto dove dormire. Però dopo anni da barbone Yoru aveva imparato ad accontentarsi in qualche modo. Aveva infatti trovato un buon rifugio, in un vicolo più tosto appartato. Sembrava che qualcuno lo utilizzasse, ma alla fine non sarebbe rimasto li cosi tanto. Gli bastava sgattaiolare via in mattinata e tornare la sera...per quanto avesse senso dire mattina e sera in quel mondo.

    Twilight Town comunque non aveva nulla di troppo particolare. Un bellissimo panorama, quello lo ammetteva senza problemi, ma nient'altro. Sapeva che c'era una specie di competizione sportiva, in cui ragazzi si menavano con delle spade imbottite. Cosa che quando senti Yoru penso fosse molto stupida a dirla tutta. Non era un tipo particolarmente sportivo o da combattere con una spada. Certo aveva il suo fidato coltello, ma quello era solo per una protezione in più. Ovviamente la sua difesa migliore era la magia, ma non gli piaceva usarla come se fosse un arma. La vedeva come un buon modo per difendersi, in caso di bisogno o per aiutare gli altri (se aveva voglia ovviamente!), ma non la vedeva come un arma. Parlando di magia infatti una cosa che l'aveva un po' deluso era che li ne aveva trovato parecchio poca. Aveva sentito di alcune stranezze in quel mondo, cose riguardo all'occulto e cosi via. Però sembravano tutte baggianate e anche visitando alcune librerie, c'erano pochi libri sulla magia e la maggior parte erano piene di cavolate. Roba per bambini o prestigiatori. Nulla che gli interessava o che poteva permettersi in ogni caso. Già perché aveva deciso di evitare i furti almeno li.
    Era venuto li per trovare Awyr e non voleva che al suo ritorno, la gente lo guardasse male perché era amico di un ladro. Certo poteva far in modo di non farsi beccare, ma non voleva rischiare. Non voleva mettere in difficolta il ragazzo. Non perché gli stesse simpatico ovviamente.
    Quindi provo a fare una cosa a guadagnarsi qualche soldo in modo "onesto"...stava veramente cadendo in basso. Aveva pensato quando si mise a leggere alcuni lavori in una bacheca. Nulla di troppo complicato. Il più semplice era di consegnare la posta, il primo lavoro che scelse e che andò anche parecchio bene. Infatti usando un po' di magia e altre capacità acquisite nel tempo, era riuscito a consegnare tutto in poco tempo. Gli avevano proposto di usare uno skatebord...ma appena vide quella tavola capi, che appena ci sarebbe salito sarebbe caduto con il culo per terra. Quindi provo a modo sua e la donna che aveva commissionato quel lavoro, gli aveva dato pure un extra.
    Aveva aiutato anche un vecchiaccio a trasportare alcune robe in magazzino. Aveva sottovalutato quel lavoro anche perché consisteva nello spostare dei carretti pesantissimi in una salita. Il tizio gli aveva detto di lasciare perdere, che non era adatto per quel lavoro. Visto che a detta sua aveva il fisico da "lanciatore di coriandoli" e ovviamente Yoru se l'era presa. Insistendo a fare quel lavoro e dimostrando che non aveva davvero il fisico. Forse era meglio allenarsi un po' e non studiare e basta..
    Alla fine comunque riusci a concludere quel lavoro, sfruttando la propulsione della magia del fuoco e quella del vento per darsi una spinta. Usando anche la magia della terra per modificare il terreno e creando dei blocchi, per evitare che il carretto tornasse indietro. Aveva sprecato parecchio mana e si era stancato un sacco per quel lavoro. Comunque era stato particolarmente appagante e utile a modo suo. Non credeva che la magia potesse avere anche utilizzi pratici di quel tipo. Cioè lo sapeva che aveva altre funzioni utili, per la vita di tutti i giorni. Però non li aveva mai usati se non per difendersi o per scappare.
    Comunque anche quel lavoro era finito ed era troppo stanco per cercarne un altro. Il tizio dell'ultimo lavoro si era complimentato con lui, facendolo sentire un po' strano, anche se Yoru ovviamente disse che era ovvio ci sarebbe riuscito. In ogni caso oltre alla paga gli diede un buono per comprare un gelato al salmarino, che non aveva idea di cosa fosse. In fine se ne andò con l'intento di andare a riposarsi.

    Yoru aveva pensato di prendere qualcosa da mangiare e prendere come desser quel fantomatico gelato. Magari lo avrebbe mangiato guardando il tramonto sopra la torre dell'orologio. Aveva sentito che in molti lo facevano li. Cosa che gli fece pensare che quella torre era davvero affollata. Sarebbe passato magari di li però, sperando di non trovarci nessuno anche per gli era venuta un idea. Yoru infatti aveva imparato ad usare una particolare magia o per meglio dire tecnica...ok una cosa tra le due. Cioè Glide e non aveva avuto modo di usarla tanto spesso. Magari non sarebbe stato male fare un po' di pratica...sperando che nessuno lo notasse, ma verso quell'ora la città sembrava svuotarsi. Magari avrebbe fatto un tentativo.
    Aveva deciso di mangiare una roba chiamata Ramen in un chioschetto in piazza. Non era costato troppo anche se era una porzione abbastanza abbondante, ma soprattutto parecchio buona. Già pieno penso di farsi una camminata non prima di prendere quel famoso gelato e dirigersi verso la torre. Doveva dire che la camminata e soprattutto la scalata gli avevano fatto digerire abbondatamene quel ramen, oltre che fargli prosciugare quel poco di energia che aveva.
    - Mai più cazzo...mai più...- Aveva detto tra se e se abbastanza sfinito, arrivato alla fine e ammettendo che da li c'era davvero una bellissima vista. Non poteva dire che ne era falsa la pena, ma almeno non era tanto male. Si sedette sul cornicione, in realtà poco convinto, visto l'altezza in cui si trovava e nonostante tutte le abilità che gli avrebbero permesso di sopravvivere ad una caduta del genere. Sedutosi comunque prese il gelato che con sua grande sorpresa era ancora fresco, per niente sciolto nonostante il tempo che ci aveva messo per arrivare li.
    - Non mi convince molto però...- Aveva detto tra se e se, prima di metterne un pezzo in bocca. Non voleva gelarsi i denti dandogli un morso. Notando con una certa sorpresa lo strano sapore salato e dolce allo stesso tempo. Gli ci volle un attimo per metabolizzare bene il sapore, prima di dargli un secondo assaggio. Non era male alla fine secondo lui, ma non sarebbe di certo diventato il suo gusto preferito. Comunque ammetteva che aveva un non so che di familiare. Come se l'aveva già assaggiato in passato. Cosa parecchio difficile. In effetti quello era il primo gelato che mangia da quando ne aveva memoria. Certo rubacchiava da quando era scappato dall'orfanotrofio, ma non aveva mai preso dei gelati. Preferiva rubare altri tipi di cibi. Certamente più nutrienti e che magari duravano di più. Si ricorda quando aveva rubato da una salumeria del formaggio e dei salami. Incredibilmente pesanti per lui ai tempi...soprattutto il formaggio. Aveva rischiato di farsi beccare, ma ne era valsa la pena. Aveva raramente mangiato bene come quella volta e per i giorni dopo.
    - Beh alla fine non è stata una brutta giornata...La vista non è nemmeno male, ma sto gelato è veramente strano...- Aveva detto ad alta voce senza pensarci troppo. In fondo era da solo li e nessuno poteva sentirlo. Noto solo in quel momento dopo aver finito il gelato di una scritta nel bastoncino, che diceva "ritenta" cosa che lo lascio basito. C'era un premio se ne mangiavi uno? Beh in ogni caso aveva perso. Non che gli importasse più di tanto alla fine. Infatti il bastoncino venne bruciato dalla sua magia e la cenere spari grazie al vento.
    - Bene...è ora di buttarsi di sotto...- Aveva detto alzandosi sul cornicione e guardando il vuoto sotto di lui. Non soffriva di vertigini, ma cavoli se li era alto. Anche quella volta ad Atlantis si era buttato da una grande altezza per salvarsi il culo, ma li stava per morire per mano degli Heartless...ora era un po' diverso.
    - Forse è meglio provare da una zona più bassa...- Aveva detto tra se e se, ma quelle furono ovviamente le solite ultime parole famose. Infatti non appena provo a scendere si sbilancio e fini per cadere nel vuoto. In quel momento nessun suono riuscì ad uscire dalla sua bocca. Era strano, era come se in quel momento la sua voce fu rubata. Sicuramente a causa della sorpresa e ovviamente della paura, ma in quella caduta che sembro non finire più, doveva fare qualcosa. Yoru infatti concentro il suo potere magico verso il basso, per lanciare una magia del fuoco per rallentare la caduta con il rinculo. Ovviamente non sarebbe bastato e quindi cerco di affidarsi a Glide. La caduta inizio a rallentare sempre di più e arrivato a circa metta della torre, si accorse che era riuscito ad attivare quel potere.
    - AHAHAHA! - Aveva riso Yoru in quel momento, probabilmente a causa dell'adrenalina e l'emozione di paura e tensione che aveva provato. Inizio quindi a spostarsi in volo o per meglio dire in planata, cercando di rimanere più in alto possibile. In quel momento le strade di sotto sembravano vuote, quindi perché non usarle come zona di prova. Anzi perché non provare a raggiunger un posto particolarmente lontano? Il Ring di Sabbia per esempio? Beh perché non provare. In caso avrebbe perso il controllo gli bastava usare la magia per rallentare la caduta e magari atterrare sopra una qualche abitazione. In pratica aveva modo di non spiaccicarsi per terra.
    - E' più bello di quello che credevo! - Aveva detto allegramente planando verso la direzione che aveva scelto, cercando di non cadere troppo alla svelta. Si aiutava infatti con la magia del vento per cercare di rimanere più in alto possibile, alla fine però non basto e fini per atterrare sopra un palazzo. Forse però preso dalla euforia Yoru corse appena i suoi piedi si poggiarono a terra, correndo rapidamente verso il cornicione e saltando sfruttando il rinculo della sua magia del fuoco per lanciarsi più in alto possibile. Ovviamente il tutto senza fare alcun danno. In ogni caso appena tornato in aria torno a planare e il Ring di sabbia era ormai vicinissimo. Infatti riusci ad atterrare anche se un po' rovinosamente a causa della stanchezza, ma nonostante tutto non si fece un graffio o se c'era non lo sentiva. Aveva il fiatone e sentiva una forse sensazione di addrenalina e gioia che lo avvolgevano. Era stato veramente diverdente. Non credeva di essersi mai divertito tanto come questa volta. Era stato parecchio rischioso, ma anche divertente.
    - Lo rifaccio...- Aveva detto tra se e se riprendendo fiato un po' a fatica. Ovviamente ci avrebbe riprovato appena avrebbe riottenuto le forze. Sperava che nessuno lo avesse visto o che nessuno lo vedesse il sdraiato per terra con il fiatone.

    Si può unire chi vuole. Non ho particolari piani per la role a parte ruolare un po' il mio Yoru.
     
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    TERU SAKAMOTO



    Annuì alle parole del Dottore, segnandosi tutto mentalmente e annotandosi giusto qualche informazione in più per sicurezza, tra cui il contatto del Dottore, un numero di emergenza, e prendendo delle siringhe calmanti infilandole subito nella borsa a tracolla.
    "Non si preoccupi, ho già in mente su dove andare." ... Anche perché era una delle pochissime scelte che aveva a disposizione. Radiant Garden nell'ultimo periodo era particolarmente caotica e confusionaria, dovevano scegliere un Mondo il più pacifico possibile, tranquillo, dove niente avrebbe potuto improvvisamente far scattare qualcosa in Toga. Vi erano ben poche scelte, tra queste c'era Twilight Town. Non il massimo dopo l'annuncio della bomba piazzata nella scuola, ma a giudicare dai rapporti, si trattava di uno scontro esterno alla Guerra, esterno a tutto. Un gruppo ristretto di Radiant Garden era riuscito a evitare conseguenze disastrose, e da lì la sicurezza era aumentata a dismisura.
    Quindi, se non altro, potevano stare tranquilli. E poi vi era quel famoso gelato che voleva tanto provare, magari a Toga sarebbe piaciuto!
    Certo... Gli sarebbe piaciuto ancora di più provarlo con Dennis e Shin...
    Ogni tanto tornava a osservare lo schermo del suo cellulare, una mera speranza di vedere un messaggio da parte di Shinichi, anche un semplice "sto bene" o "tutto ok", ma niente, il nulla cosmico. E Teru, ora che stava a Radiant Garden in pianta stabile, non aveva più nessuno.
    Attese che Toga uscisse dalla stanza, sia lui che il Dottore tranquilli ad averla lasciata in una stanza - isolata e senza oggetti che potevano risultare pericolosi alla sua incolumità - ma con due begli armadi a disposizione con diversi vestiti. Sinceramente curioso di sapere che gusti aveva la ragazza, non appena sentì la porta aprirsi diede subito una sbirciata, sorridendo dolcemente quando la vide sbucare. Probabilmente gli avrebbe riservato qualche non troppo velato insulto al suo sorriso, ma ultimamente aveva imparato ad ignorarli.
    "Stai benissimo!" Aggiunse subito dopo, avvicinandosi a lei e sistemandole giusto un attimo i capelli se glielo avesse concesso, affinché le due "palline" fossero allineate e ordinate, per poi mettersi accanto a lei. Lasciò appositamente mano e braccio libero, così che potesse scegliere se stringergli la mano o il braccio o niente, come più preferiva. "Sei pronta?" Le chiese un'ultima volta, per poi iniziare ad incamminarsi verso l'area di partenza.

    Twilight Town aveva una delle migliori luci che avesse mai visto in qualsiasi mondo. Con quel crepuscolo eterno, quella luce così calda e rilassante, era pressoché perfetta per fare foto! Armato di cellulare, ogni tanto si concedeva qualche scatto, sua nascostissima e gelosissima passione. Il repertorio di immagini che aveva dentro quel cellulare era veramente vasto, occupava gran parte della memoria, ma a lui poco importava. Alcune ogni tanto arrivava persino a svilupparle, ma erano veramente poche. Era raro vederlo ammettere che un qualche suo scatto meritasse di essere stampato.
    "Allora, ci sono diversi luoghi che possiamo visitare. La torre dell'orologio, l'arena, la stazione..." Elencò tutte le mete possibili mentre continuavano ad avanzare, improvvisandosi un po' il Cicerone della situazione. "Ecco, ad esempio, se continuiamo per questa strada dovremmo arrivare intanto all'Arena..." E... Forse se Toga non lo avesse bloccato, avrebbe continuato potenzialmente per il resto della giornata. Era veramente intenzionato a intrattenerla per tutta la giornata, e se questo comportava parlare per riempire quei momenti terribilmente vuoti e silenziosi, era più che disposto a parlare per tutti e due. Camminava di fianco a lei, tenendola comunque entro il suo campo visivo, assicurandosi non si allontanasse troppo né che avesse improvvisi scatti.
    "Oh vero, c'è anche il famoso gelato al sale marino! Secondo me qua è molto più buono rispetto a quello di Zio Paperone." Ammise, ricordandosi di quanto gli costò il gelato a Radiant Garden rispetto a qua, pentendosi amaramente di averlo pagato quasi il triplo per una mera imitazione! Quel maledetto.
    Arrivarono lentamente verso l'arena, al momento vuota poiché il torneo era già stato fatto, e quindi non vi era nessuno che si stesse allenando. Notò una figura scura sdraiata in mezzo alla sabbia, cosa che gli fece corrugare la fronte. Che stesse male? Invitò anche Toga ad avvicinarsi, affinché potesse dargli un'occhiata, assicurarsi che fosse quantomeno vivo e vegeto. Si allungò quindi sopra la testa del ragazzino, e in quel momento Yoru avrebbe potuto notare il viso di un ragazzo non molto più grande di lui, ricoperto di lentiggini che nascondevano parte delle sue imperfezioni della pelle.
    "Hey, stai bene?" Gli chiese, visibilmente preoccupato mentre stringeva la borsa a tracolla all'altezza del petto.
     
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    Himiko Toga

    Non c’aveva creduto, all’inizio. Si era limitata a guardare il dottor Seward per quelli che le parvero ore intere, completamente stordita nel sentire una notizia simile. Rise appena, nervosamente, coprendosi la bocca e guardando prima il pavimento, poi di nuovo il dottore.
    Sta scherzando? Uscire?
    Il colloquio con Teru è andato in modo più che eccellente.” L’uomo sorrise ed era così raro vederlo sorridere che la cosa le sembrò ancora più improbabile. “Ho parlato con la Keyblader Walker ed ho ricevuto una raccomandazione per permetterti del tempo fuori da qui. Maggiore dell’ora precedente che ti era stata concessa. Se, ovviamente, desideri andare con lui.
    Le sembrava di sentire gli occhi uscire dalle orbite. Le stavano veramente dando una seconda possibilità? Erano così convinti che potesse andare fuori con qualcuno senza assalirlo e bere il suo sangue? Si era trovata bene col ragazzo, doveva ammetterlo, era riuscita a dir molto durante quella giornata, ma non credeva fosse bastato per darle una simile concessione! Era semplicemente…
    Stata sè stessa.
    Annuì così vistosamente che il dottore giurò che sembrava stesse per piangere.


    Fu soltanto nell’attimo in cui aprirono la cella che ci credette per davvero. I suoi piedi incontrarono il legno del corridoio e le apparve improvvisamente più caldo, più accogliente di quella piccola prigione personale in cui era stata messa. Sospirò appena, quasi gemendo, a quel contatto così nuovo per lei.
    Fu il momento di cambiarsi. L’acqua della doccia le provocò il secondo sospiro, anche se sferzò prima l’aria coi denti per la sorpresa del contatto dell’acqua così bollente. Non che non le avessero già concesso di fare una doccia prima di allora, ma quel giorno in particolare tutto le sembrava come se ogni senso fosse più accentuato, più vivo come non mai. Sentiva anche la mente stranamente libera da ogni pensiero, come se l’acqua l’avesse purificata ed il legno le avesse permesso di germogliare nuovamente.
    La triste realtà, purtroppo, tornò nel momento in cui si ritrovò in quella stanza con gli armadi. Gli specchi le mostrarono una ragazza giovane, slanciata, secca, talmente magra da apparire uno scheletro, poteva dire. Mangiava, niente carne purtroppo, ma mangiava. L’intenso sguardo fu ricambiato dal suo riflesso, accompagnato da quel verso di disgusto che riecheggiò docilmente per la stanza. Provò a mutare. Provò a sistemarsi le occhiaie, ad apparire più dritta. La risposta del suo corpo fu soltanto un secco schioppo, indicando come non avesse abbastanza sangue per compiere qualcosa del genere. Soffiò seccata ed il suo riflesso mostrò gli aguzzi canini che la caratterizzavano. Si coprì la faccia, trattenendo l’impulso dal colpire con forza e ripetizione la vetrata.
    Schifo.” Si limitò a dire, sistemandosi i capelli. Non si guardò nemmeno nel farlo, ormai ben conscia di com’era fatta.
    Fosse stata realmente un vampiro, non avrebbe dovuto subire la maledizione di vedere il suo disgustoso corpo.
    Ci mise una buona ora a scegliere come vestirsi. Scartò vestiti, scartò pantaloni. Anche top, magliette, praticamente metà delle cose che provava si trova a dir poco imbarazzante. Dopo aver provato una maglietta bianca accompagnata da una salopette nera, si guardò ancora una volta in quella maledetta vetrata e si rifiutò ulteriormente di cambiarsi. Semplicemente, si mise un cappello da baseball e concluse la maledetta ricerca di bellezza.
    Uscì dalla stanza quasi con impeto, abbandonando tutto il disastro di vestiti lanciati e spiegazzati che avrebbero trovato in quella piccola saletta. Di certo il dottore sarebbe stato entusiasta di riordinare. Vide Teru sorriderle appena e lo squadrò con un'occhiataccia rapida, ma senza sembrare troppo indispettita.
    Mi aspettavo di trovarti più arrabbiato, vista l’attesa.” Borbottò lei, in parte sorpresa dal vederlo così tranquillo.
    Vedendolo avvicinarsi così velocemente, il suo cuore accelerò rapidamente, le pupille divennero sempre più sottili, come quelle di un felino sulla preda. Ma appena le toccò i capelli, Toga rimase rigida, impietrita da quel tocco fisico. Quanto… Quanto era passato dall’ultima volta? Non rispose al commento, ma nemmeno lo guardò porgergli braccio e mano, tant’è che il suolo divenne improvvisamente interessate. Era completamente pallida in viso, più di quanto lo fosse normalmente.
    Andiamo.” Balbettò in un soffio.
    Il Dottore lasciò le ultime raccomandazioni a Teru, ma lei non le sentì nemmeno. Alzò lo sguardo soltanto quando le porse un cellulare: un vecchio modello con ancora la cornetta, simile a quei Motorola che vedeva in giro. Nonostante fosse un reperto storico, accettò il regalo.
    Era grazioso come telefonino.


    Appena arrivati, Himiko si affacciò all’esterno di un nuovo mondo dopo tanto tempo. Inspirò a pieni polmoni, chiudendo gli occhi: la sensazione del Sole che danzava coi suoi raggi sulla sua pelle l’esaltava appena. Espirò, gettando fuori tutta l’aria che aveva in corpo, aprendo le braccia verso l’alto come per poter abbracciare tutta quella nuova aria che la circondava. Il tramonto l’illuminava dolcemente, regalandole un’atmosfera che aveva tanto odiato in certe giornate a Jump City e dandole un significato completamente diverso ora che era lì.
    Era libera.
    Quanto meno, in libertà vigilata, ma libera. Sentiva gli uccellini così forte e senza alcun muro che potesse offuscare il loro cinguettio che le sembrava assurdo. Teru iniziò a parlarle senza sosta, ma non le diede alcun problema, anzi, fu più volenterosa nel volerlo ascoltare. Le sembrava parecchio entusiasta.
    Frena, frena, chiacchierone.” Ghignò lei, dopo un po’. “Se continui così mi rovini tutto il tour, no? Seguo i consigli della guida locale. Ok che è il mio primo giorno di libertà, ma se mi dici tutto quel che c’è mi rovini quell’effetto ‘wow’, no?
    Aveva già sentito parlare del gelato al Sale Marino, ma quel dolce le aveva sempre fatto incrinare un sopracciglio per l’assurdità delle sue componenti: sale dentro un gelato? E poi cosa? Formaggio sopra al pesce? Certo, in Corea si poteva mettere il formaggio ovunque, ma così le sembrava esagerato.
    Arrivarono in una piccola piazzetta, notando quel che sembrava un piccolo ring di sabbia: una zona d’allenamento? In quella città si picchiavano a sangue in modo legale? Chi aveva detto sangue? Per sua sfortuna di sangue non ce n’era, ma, al suo posto, nel bel mezzo di quell’arena di sabbia, c’era un ragazzino sdraiato a terra. Teru corse subito da lui per vedere se stesse bene e lei, roteando gli occhi al cielo, si avvicinò, le mani nella tasca della salopette. Quando fu abbastanza vicino da riconoscerlo, sgranò gli occhi.
    Oh, no.
    Fra tutti.
    Anche nel mio giorno libero ti devo trovare in mezzo alle palle, nano di merda?” Soffiò lei indispettita. “Che cavolo ci fai a terra? Un tizio invisibile ti ha buttato giù da un palazzo e ci stavi quasi per crepare?
     
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    Yoru dopo essere atterrato era finito a terra esausto. Si sentiva come se si fosse fatto di nuovo la scalinata della torre dell'orologio di corsa, eppure in quel momento si sentiva ancora piene di energie. Tutto dovuto alla forte adrenalina che stava provando. Il suo corpo però non era dello stesso parere e non voleva dargli retta. Infatti il giovane mago non riusciva nemmeno ad alzarsi in quel momento. Una condizione in realtà molto strana e un po' preoccupante, che stava ignorando. Yoru infatti si era perso nella sua immaginazione o per meglio dire nel suo laboratorio mentale. Stava infatti pensando attentamente alla sua prima prova di volo, pensando attentamente a come migliorarlo per rendere il suo volo migliore. Penso infatti anche a cose particolarmente specifiche, come l'angolazione in cui lanciare la magia del fuoco, per darsi una propulsione sufficiente per rimanere su. In pratica si era chiuso. Nel mentre il suo corpo tornava a distendersi e calmarsi, come l'adrenalina che lo stava tenendo cosi su di giri. In quel momento però una voce catturo la sua attenzione, facendolo uscire dal suo laboratorio mentale e cercando di capire a chi apparteneva. Si aspettava qualcuno l'avrebbe visto, anche se non c'era molta gente in giro a quell'ora, ma alla fine non gli importava. Sembrava che la gente li non fosse totalmente ignorante riguardo la magia, o comunque che ne conosceva l'esistenza, anche se gli adepti dovevano essere veramente pochi. Non che avesse fatto particolari ricerche, ma a chi importava alla fine? Non a lui. L'unica cosa che gli era importata di capire, era se la magia fosse ripudiata o meno e non sembrava lo fosse. Meglio per lui.
    - Ehi? - Aveva detto tra se e se vedendo qualcuno spuntare nel suo compo visivo. Un ragazzino che doveva avere all'incirca l'età di Yoru, pieno di lentiggini e che aveva un aria familiare. Yoru ci mise un attimo a capire chi era. Non si ricordava bene il nome in quel momento, Teko o Teru gli sembrava almeno. Avevano combattuto insieme contro la strega con i bottini nei occhi. Era uno degli amici del quattrocchi bastardo.
    - Oh...sei Teko? L'amico di quel coglione di Dennis. - Aveva detto con lo stesso entusiasmo di chi viene fermato per streda, da uno sconosciuto che vuole sapere l'ora. Non che Yoru gli fosse mai successo. Anzi era stato lui a chiedere l'ora, solo per distrarre l'uomo un attimo e rubargli qualcosa dalla tasca. Comunque quelli erano dettagli e poi l'uomo in questione era uno stronzo, da che ricordava almeno. Quindi se lo meritava. Comunque la sua attenzione si sposto verso un altra persone e se con Teru si dimostro veramente distaccato, con quest'altra persona fece una faccia quasi inorridita e veramente seccata. Soprattutto per le parole della ragazza, che lo fecero alzare di scattato incazzato come una iena.
    - Chi hai chiamato Nano di merda, brutta stronza cambia faccia! - Aveva detto alzandosi e facendo il dito medio incattivito nei confronti di Toga.
    - Per tua informazione mi sono buttato di mia volonta dalla torre dell'orologio! Stavo provando la mia magia di volo! Una cosa che un incompetente come te non può fare! - Aveva detto in tono serio e ancora arrabbiato nei confronti della ragazza.
     
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3 replies since 7/2/2024, 14:19   89 views
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